29 Ottobre 2011

Pubblicato da Radic il

Cari clauni e amici, vi inoltro il velocissimo report di Pituffo del turno di oggi, lei ha descritto bene il turno, e quindi io mi concentrerò sul raccontarvi il dopo-turno..ossia quando Puffetta e Pituffo hanno deciso che ero troppo scemo perché avevo deciso di aspettare un paio di persone che sarebbero arrivate alle due…per cui loro sono andate a casa…e hanno fatto bene, del resto io preparavo questo incontro da due o tre giorni e volevo riuscire a farlo per cui sono rimasto ad aspettarli. Partiamo da ieri l’altro quando, leggendo il libro l’eleganza del riccio…bello e lo consiglio…ho letto un pezzo sulle camelie parecchio bello dove spiegava come una camelia può salvare una vita…chi lo conosce bene, chi non lo conosce se lo legga perché è troppo lungo da scriverlo qua, comunque riassumendolo parecchio spiega che durante un periodo nero un ragazzo era stato aiutato da questi bei fiori a risollevarsi, bene mi sono detto alle 6 di mattina in treno…purtroppo non smetto mai di pensare all’ospedale…non è una buona cosa forse…ma non riesco a fare diversamente..voi non fatelo…uno scemo basta e avanza…insomma mi sono detto che per quei tre fratelli che hanno la madre ricoverata avrei piantato fuori delle camelie, gli avrei regalato il libro, sottolineato il pezzo che parla dei fiori e gli avrei chiesto di occuparsene mentre sono in ospedale, siccome le camelie sbocciano in inverno e questo è il periodo gli ho chiesto di farle sbocciare come devono far tornare alla vita la loro madre…insomma gli ho chiesto di fare una primavera fuori stagione…oggi loro sono arrivati, c’era la sorella e la fidanzata del fratello, due belle persone davvero, a loro ho spiegato la cosa e, vedete come è strano, la fidanzata del fratello, e io non lo sapevo mica, è una patita di camelie e le alleva da sempre..le saprà curare bene di sicuro, esiste poi un opera di Verdi, la traviata che è la trasposizione in opera del libro la signora delle camelie e, nemmeno a farlo apposta, è l’opera preferita della madre che adesso sta male, tutti ci siamo stupiti delle perfetta sintonia e abbiamo deciso che andava bene così, non ce lo chiederemo nemmeno più, io dal mio canto ho capito che aprire il cuore a far entrare tutto come viene senza riflettere ma seguendo solo l’istinto a volte fa dei miracoli, oggi turno particolare…tutto era in linea, mi hanno anche offerto due caffè persone che neanche conosco, e alla fine del turno, erano oramai le 15 avevo una fame boia e il bar era chiuso, ci siamo fermati un secondo davanti ai bagni con queste persone prima di risalire dalla madre ed è apparso Franco il barista dell’ospedale, con in mano un sacchetto con tre panini e un vassoio con 8 paste, me le ha date ed è andato via senza dire nulla…la sorella è uscia dal bagno, mi ha guardato e ha detto…o se due minuti fa un c’avevi nulla?…le ho risposto semplicemente…lo so ma a me capita roba strana, io resto per stare con voi e qualcuno si preoccupa di portarmi il pranzo senza chiederglielo…solo perché ne ho bisogno e la vita risponde ai bisogni se tu rispondi a quelli degli altri…ci siamo salutati e sono andato a cambiarmi…pensando di avere finito il turno…ma la vita è strana e le sorprese non finiscono mai…ho deciso di avvisare Timmy che tornavo tardi parecchio e che lei mangiasse e si riposasse senza aspettarmi ma il cellulare non aveva campo, sono uscito fuori dagli spogliatoi nel prato ma ancora non c’era campo…di solito la prende la linea, mi sono spostato a caso sul prato fino a che ho trovato la linea…mentre telefonavo è successa una cosa che ancora non mi spiego…alcune settimane fa, due se non sbaglio, con Zilly abbiamo pulito le fogne là davanti e alzando a grata abbiamo trovato una povera lucertola che pareva morta…ma era viva, l’abbiamo presa e appoggiata sul prato sperando potesse vivere, o almeo non morire in una fogna…anche se lucertola non è una gran morte, meglio in un prato no?…bene, dopo la telefonata mi sono girato e ho visto muovere per terra…era la lucertola di due settimane fa, ancora cionca e mezza morta ma sempre viva…le sta ricrescendo la coda e zoppica ancora…dite come fai a sapere che era lei? a parte che di lucertole zoppe in un prato non è pieno ma poi lo starno è che pareva riconoscermi…mi seguiva tirando fuori la lingua…io mi spostavo e lei dietro…ho decizso di spostarmi meno…è zoppa e non la volevo affaticare…e lei dietro, alla fine l’ho salutata e le ho detto ciao, ha tirato fuori la lingua, ha alzato il capo, mi ha guardato, si è girata e se n’è andata zoppicando…ho dovuto chiamare Zilly subito e dirglielo…a me pare bello che la vita risponda così…magari ero solo stanco e rincoglionito e mi sono immaginato tutto…ma a me le lucertole fanno abbastanza schifo…questa di stamani no….la prossima volta le porto qualcosa da mangiare…chissà di non aver trovato un nuovo amico…amica…boh…ora il sesso mi pareva poco carino da chiederlo solo al secondo appuntamento….

Nuvola

Turno a tre: Nuvola, Puffetta ed io. Momento di giardinaggio prima di iniziare il turno. Ci siamo occupati di risistemare le fioriere che sono all’ingresso dell’Ospedale. Piantate rose rosse e gialle e due piante di camelie; sabbia nuova nei contenitori per buttare le sigarette; bello pulito, ordinato …. e così la lotta continua contro chi si ostina a sradicare le piantine e a buttare le cicche in terra. Saltiamo a pié pari la sala prelievi e andiamo in dialisi. Ho conosciuto un nuovo paziente Ugo. Una faccia che subito ha catturato la mia attenzione. Quando ho incrociato il suo sguardo Nuvola si era già messo a parlare con questo signore dalla barba lunga, un saggio. Ugo ha raccontato molto della sua vita, della sua “scalata sociale” da guardiano di pecore, poi di maiali, poi di vacche, e su su. Poi all’improvviso mi ha detto che solo qualche mese fa non voleva più vivere, odiava tutto. Ma ora con la dialisi e con l’aiuto di un’infermiera come Barbara, che è andata oltre alla sua professionalità, prendendosi carico del percorso di Ugo con il cuore, ha riscoperto quanto è bello vivere. Ora, mi ha detto, si sente libero, libero di scegliere, di guardare con occhi nuovi il sole, di godere dei colori, dei sorrisi ….. E poi Nuvola che oggi mi ha ricordato che non sono mai abbastanza le attenzioni da riservare ai pazienti e che se un paziente ha bisogno di qualcosa non posso dire “Ok la prossima volta che vengo ….”. No devo ingegnarmi subito e fare il possibile per andargli incontro in quel momento non la prossima volta. E così – e vi risparmio i dettagli – Eleonora è tornata a casa con ben due palline “hand made” per fare esercizio con la mano che deve riabilitare. Un turno apparentemente sgangherato, solo apparentemente. Tanti gli spunti di riflessione e di gioia.

Pituffo