Report Festival gelato e ringraziamenti
P.S: un grazie particolare a Gomitolo e Primavera (Rachele e Tiziana) perchè hanno partecipato attivamente nonostante siano in attesa di un figlio, questo non per dire che chi è incinta è impedito ma solo per dire che potevano anche decidere di stare tranquillamente a casa e invece hanno partecipato e spero siano state bene e si siano sentite a loro agio e l’ultimo grazie veramente di cuore e da parte di tutto il gruppo (lo dico da solo) a Sole e sua mamma che ci hanno messo a disposizione la loro casa per andare in bagno, riposarsi, staccare un attimo e ci hanno pure offerto da mangiare e sostegno continuo, inoltre la mamma di Cristina ha pure regalato un cellulare al ciambellaio,tutte queste sono persone speciali e il nostro lavoro funziona proprio perchè abbiamo il loro sostegno, senza di loro niente di ciò che facciamo avrebbe logica di esserci.
E INOLTRE
Cari Valentina,Sabrina,Susanna, Andrea e Lorenzo questa picola mail per ringraziarvi a nome di tutto il gruppo clown di M’illumino d’immenso per il grande supporto, la pazienza, l’aiuto e l’accoglienza che ci avete dato durante il festival del gelato. Quando si fanno manifestazioni del genere si lavora a stretto contatto e sotto stress per qualche giorno e poi normalmente neanche ci si ringrazia, ci salutiamo e ci perdiamo di vista, e questo è normale con le collaborazioni saltuarie, a parte Andrea che non riuscirà più a liberarsi di me visto che lavora all’Alcas e che con loro abbiamo un rapporto di continuità da oramai 6 anni, ma siccome il nostro gruppo lavora sempre con gioia e crede fermamente che i rapporti con le persone possano andare oltre a come normalmente vanno, io ci tengo a ringraziarvi di cuore e a mettere il nostro gruppo a vostra disposizione qualora ne abbiate bisogno. Vorrei vi rimanesse di noi un buon ricordo e che possiate dire che lavorare con noi vi ha fatto sentire bene per qualche giorno, desidero salutarvi con una poesia che mi sta molto a cuore poichè spiega come sia possibile trovare la poesia in ogni cosa che facciamo e che a volte stiamo vivendo la poesia stessa senza sapere di viverla, bene, quello è il momento esatto in cui la nostra vita diventa poesia, quando si fa un caffè a un barbone o a un rom che vive in piazza, quando si lascia che loro possano interagire con noi, non so se nella confusione siete riusciti a notarlo ma diversi barboni che vivono in Santissima Annunziata la sera della domenica ripulivano la piazza poichè era “casa loro” e tutto quel sudicio gli dava fastidio, a me è sembrato molto bello e quando a un signore anziano ho dato uno scatolone per metterci lo sporco che stava raccogliendo lui mi ha ringraziato di cuore e mi ha detto :”Poveri giovani come siete messi male se tutti sporcano così”, allora gli ho detto di venire la mattina dopo alle otto a prendere un caffè al nostro stand e lui ha semplicemente risposto: “Alle otto?…io incomincio a lavorare alle tre….sai quanto devo pulire?”, ecco io l’ho trovato poetico e ho sperato un giorno di poter avere questo spirito di vita, ricordo il ciambellaio (uno che vive all’ospedale di ponte a niccheri e che conosciamo bene) che appena ci ha visto ci ha detto che gli avevano rubato il cellulare al pronto soccorso…noi gliene abiamo trovato uno velocemente e lui ci ha ringraziato il giorno dopo portandoci un vassoio di paste dategli da un suo amico pasticcere, l’ultima chica del festival me l’ha regalata proprio il ciambellaio la domenica mattina quando gli ho chiesto:”Come stai?” e lui ha risposto:” Bene, stanotte ho dormito al pronto socorso di Toregalli e mi hanno dato anche una sedia a rotelle dove potevo standere le gambe e tenere I piedi in alto…”, dedico questo a tutti noi , me compreso ovviamente, che avremmo sicuramente risposto:”Come vuoi che stia?….male…..dormo al pronto soccorso…..” a noi a volte manca di apprezzare le piccole cose importanti e che rendono appunto “poesia” la vita. Sicuramente voi saprete se il festival è andato bene o male…a me ha regalato queste due o tre storie e mi basta, sinceramente mi ha dato molto, sarà strano, e noi siamo un gruppo strano, ma tra canale 5 con la Barbara d’Urso e i barboni e i rom della piazza che interagivano con noi clown io preferisco senz’altro i secondi e fosse solo per questo il vostro festival ha regalato a tutti noi un sacco di cose belle.
Grazie a tutti.
Nuvola
Pablo Neruda tratta da “Memorial de Isla Negra” 1964
La poesia
E fu a quell’età….Venne la poesia
a cercarmi: Non so, non so, da dove
usci’, da quale inverno o fiume.
Non sò come nè quando,
no, non erano voci, non erano
parole, nè silenzio,
ma da una strada mi chiamava, dai rami della notte,
all’improvviso tra gli altri,
tra fuochi violenti
o mentre rincasavo solo
era li’ senza volto
e mi toccava.
Io non sapevo che cosa dire, la mia bocca
non sapeva
chiamare per nome
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa pulsava nella mia anima,
febbre o ali perdute,
e mi formai da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi il primo verso vago,
vago, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di colui che nulla sa,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
l’ombra trafitta,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
E io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso,
ruotai insieme alle stelle,
il mio cuore si distese nel vento.