10 Maggio 2010
Oggi i report li ho stravolti un poco, eravamo in tre e ho deciso di fare un piccolo gioco, abbiamo messo nel mio cappello i numeri da 1 a 10 e poi pallina e ricciolina hanno estrato a sorte ognuna un numero, pallina ha preso il 10 e ricciolina l’1, bene queste erano le righe loro concesse per il report, pallina ne ha così scrfite 10 e ricciolina 1, per questo ha scritto poco, non perchè magari volesse ma perchè è stata al gioco, via via inventerò altri giochi, ma non sempre, insomma cerco di dare un movimento e un ritmo ai report, chi avesse idee nuove è ben accetto, me le mandi e vedremo di farle.
Oggi per me turno difficilissimo e molto stancante, devo dire che tutto è partito normale, abbiamo fatto sala prelievi, dialisi, pediatria, le ragazze sono state bravissime e tutto bene, usciamo dalla pediatria e trovo due persone, un uomo e una dona giovani, sui 40/45 anni davanti alla pediatria a sedere (davanti alla pediatria per chi non lo sapesse c’è la rianimazione), la rianimazione è un reparto che noi non facciamo ma se troviamo qualcuno davanti a me, se l’energia è quella giusta, se guardandoli sento qualcosa, insomma se…se….se e solo SE tutti questi se stanno insieme bene fra loro mi avvicino e parlo, bene oggi era una giornata in cui i miei se tornavano e così mi sono avvicinato, avevano la figlia ventenne in rianimazione per l’anoressia, allora mi sono preso il tempo necessario, le ragazze hanno deciso di aspettarmi poco lontano, ho tolto il cappello e iniziato a parlare, a parlare del senso di colpa, della morte, della crescita e della sofferenza, ho tolto anche il naso, li ho abbracciati e probabilmente visti da fuori sembravamo una piccola squadra di rugby fuori posto, in ogni caso ci sarò stato del tempo, non so quanto, a me è sembrato molto, ho sentito i cuori unirsi, consolarsi, insomma ho sentito le motivazioni principali per cui faccio questo lavoro, quella cosa che mi fa apprezzare il non arrivare sempre bene a fine mese, ho curato anche me stesso visto che c’ero, ho lasciato loro tutti i recapiti telefonici, tutto ciò che potevo, ho regalato loro il mio turno, gli ho passato l’energia che accumulavo dalle otto di mattina, senza saperlo facevo il pieno per loro…poi mi sono allontanato col cuore leggero e le gambe tremanti, sono tornato a casa, ho fatto finta di fare pranzo, e sono andato a letto a trovare la forza che ora serviva a me, non so se sabato li troverò ancora, non so se potrò visitare la loro figlia, oggi me l’hanno chiesto loro ma c’erano le visite mediche e non si poteva, insomma sospendo tutto fino a sabato….anche quel poco fiato che rimane, la cosa straordinaria è che le ragazze a un metro di distanza non sentivano probabilmente l’intensità, di solito si sente ma oggi quei due genitori assorbivano e l’energia non poteva uscire dal cerchio…insoma mi sono dilungato forse troppo nella descrizione ma momenti così sono rari e descriverli è doveroso per capire che cosa si può insegnare di questo mestiere a chi sta iniziando….nulla secondo me….ma tutti voi imparate lo stesso molto bene….o è sintonia o siamo tutti folli…in ognuno dei due casi siamo fortunati davvero………
Nuvola
Buonasera ai clown tutti.. Stamattina primo turno in ospedale, solita preoccupazione del “non sapere che fare”, del non saper come comportarsi, paura di non essere adatta.. Ore 9 puntuali Nuvola,Ricciolina ed io ci avviamo verso una giornata di cui ben poco possiamo prevedere, ma credo sia proprio questo il “bello”, cercare di affrontare le situazioni che si presenteranno nel modo più sereno possibile seguendo una sola regola: essere se stessi, non voler cercare un personaggio. Ho sempre associato la figura del clown a quella di un pagliaccio, di un buffone, di uno che insomma deve far ridere per forza la gente..invece stamani mi sono resa conto che a questa parte (che io avevo sempre creduto la sola), l’unica che si può apprendere con corsi, lezioni, slides pallosissime,quella che tutti possono imparare, va aggiunta quella ben più importante: il lato “umano” dietro a quel naso rosso, dietro a tutta quell’apparenza che serve a far sorridere, il clown che ascolta, che si ferma a salutare i pazienti, che deve saper capire a quale poter avvicinarsi e a quale invece è meglio girare lontano.. (cosa difficilissima credo) Fare trucchetti, palloncini, scenette (di cui non conosco nulla) credo sia la parte più divertente, quella più facile, quella che con qualche dritta pratica tutti sanno realizzare.. ma allo stesso tempo nè Nuvola nè nessuno può stilare una serie di regole da seguire per fare un “buon clown umano”. Spero di riuscire a tirar fuori quel clown che è in me (se c’è). Quello che meglio ricordo di stamani mattina e a cui ho ripensato per tutto il giorno è una signora che in dialisi mi ha ringraziato due o tre volte per averle fatto compagnia per una decina di minuti…
Pallina
Essere esposta alla piazza e poi venir cullata in un ambiente familiare.
Ricciolina