15 maggio 2008
Il mio report oggi comincia dalla due sere prima del turno, quando mi arriva un sms di Formaggino, che mi informa che per questa volta si farà sostituire da Formaggina!Inutile spiegare la gioia e soprattutto il sollievo di evitare la sua presenza …AHAHAH!Giovedì mattina mi sveglio alle 6:30, faccio colazione e inizio a prepararmi; indosso il vestito invernale di Melina e… mamma mia che caldo! No -penso- non ce la posso fare! (n.d.r. il vestito è una camicia da notte felpata!). Allora, raccolgo tutta l’inventiva che l’ora presta mi permette e mi metto a rufolare nell’armadio. Trovo un paio di pantaloni e una maglietta colorati, ma non mi convincono; mi rituffo nell’armadio e risorto con… il costume da bagno!Bene son soddisfatta! Parto per Agliana, dove mi ritrovo con Patrizia e… via! Giunti all’ospedale ci cambiamo e ha inizio una serie di avvenimenti molto importanti per la mia esperienza di clown, che son riuscita a capire e interpretare grazie a Patrizia; per evitare di annoiarvi e perdermi in chiacchiere (tipo come ho fatto nel preambolo), mi limiterò a sottolineare le considerazioni e non gli avvenimenti. Mentre siamo nell’atrio dell’ospedale a cercare Valeria, che sarà in turno con noi (siamo state dieci minuti a 10 metri di distanza… e non ci ha notate!!!), siamo state per così dire importunate da due ragazzi ‘grullarelli’, innocui ma molesti. Da qui abbiamo rafforzato la nostra convinzione che, per questo e altri motivi, il miglior gruppo clown-terapico è composto da due persone, una maschio e una femmina. Ci siamo incamminate in pediatria, dove tutto sommato, a detta di Patrizia si respirava un buon clima. In realtà c’è stata una generale collaborazione con il personale infermieristico, ma io non riesco ancora a rassegnarmi all’atteggiamento di ‘sopportazione’ dei medici, nei confronti della nostra presenza. Abbiamo incontrato una bambina che di circa 2 anni, che doveva fare il prelievo del sangue, Gaia. Dopo ripetuti tentativi di conquistarci la sua fiducia, che hanno incontrato la sua resistenza caparbia, io e valeria ci siamo allontanate per andare da un altro paziente. Dopo pochi minuti, nel cercare Patrizia, son entrata nella stanza dei prelievi, dove la situazione era molto concitata, al che lei mi ha detto di restare fuori. In quel momento non sono stata abbastanza attenta a percepire la situazione, ho peccato di leggerezza, ma la presenza di un’altra persona mi ha permesso di evitare di far diventare ulteriormente pesante la situazione nella sala. Quando poi ci siamo spostati in dialisi tutto si è svolto bene, ormai mi sento a mio agio lì, forse più che in perdiatria, e Valeria, abituata a stare con persone anziane allettate, non è stata da meno. Ci son stati però due momenti in cui avrei potuto agire diversamente, cosa che farò in futuro.Nell’entrare in una sala non ho prestato attenzione al fatto che le infermiere erano sul terrazzino per una pausa, al che loro son state costrette a rientrare; in questo modo non si crea un clima sereno di lavoro, e loro potrebbero vederci come ‘quelli che arrivano ogni tanto a rompere le scatole’. In realtà io non penso che fossero in pausa, perchè comunque qualcuno deve esser sempre presente nella sala; sarebbe stato comunque meglio evitare di entrare e tornare dopo un po’, per non minare il rapporto di serena collaborazione che si è creato da sempre in quel reparto. Successivamente mentre lavoravamo nella stanza, gli infermieri son dovuti intervenire su una persona; io me ne sono accorta e mi son allontanata dall’altro capo della sala, senza però uscire. L’esperienza insegna, anche lì la prossima volta, non perderò un attimo per uscire dalla stanza, avvertendo anche il mio compagno che, come Patrizia questa volta, era di spalle e non se ne è accorta. Infine, nell’uscire dal reparto ci siamo messe a confabulare sui nostri interventi e Patrizia ci ha fatto notare che è inappropriato, in quanto poteva sembrare che stessimo parlando del pesonale del reparto e può creare un generale clima di sfiducia. Insomma, insomma…….tosto e costruttivo, questo turno! Grazie mille Patrizia e Valeria A presto cari clauni
Melina
Sapere aude!
Sara