05 aprile 2008
Il primo è avvenuto in Pediatria: una ragazza fricchettona appena diventata mamma.La sua presenza in ospedale era strana per lei e per l’ospedale stesso, dimostrazione vivente di quanto si imbarazzi il mondo quando si incontrano contesti che apparentemente non hanno nulla da spartire. Sboccata e timida, indecifrabile e impossibile da non notare, teneva la sua bimba fra le braccia e ti aggrediva rinfacciandoti le tue domande, se soltanto osavi chiederle di lei…
Il secondo è l’incontro con Eugenio, un tipo che ben pochi esiterebbero a chiamare matto: dalla Sala Prelievi fin dentro la Dialisi (l’avevamo lasciato fuori ma poi ha suonato e ha detto che era con noi e così l’hanno fatto passare!) ci ha attaccato un pippone assurdo chiamando Nuvola Pinocchio e ripetendogli fino all’esaurimento che fuori c’era la Fata Turchina che lo aspettava (“vai fuori Pinocchio che c’è la Fata Turchina che ti aspetta!”, per 15 volte)…. Per la cronaca oggi io Maria e Serena eravamo in riunione con la Direzione Sanitaria dell’Ospedale e Eugenio è spuntato fuori anche lì facendo “pio! pio!”
Nota di Nuvola: C’è veramente poco da aggiungere stavolta ma due parole sul parroco le voglio scrivere anche io, è stato commovente, Sacro, strano e imprevedibile, un momento “alto” nel vero senso della parola, devo dire che mi son trovato davanti un uomo molto anziano e provato e appena ho iniziato a parlare con lui mi sono detto che magari non ne aveva voglia, poi quando ha parlato ho pensato che un prete è abituato a parlare con le persone e magari era quello che lo muoveva ma appena si è aperto e ha pianto ho capito di avere davanti solo un uomo impaurito e sapere che è un prete fa strano, di solito la fede li aiuta molto o fanno finta che sia così non so, il fatto è che mi son trovato davanti un uomo che si fidava di noi, solo un uomo e che ha parlato con noi perché voleva farlo, è difficile spiegare ‘sta cosa ma è stata una cosa particolare e Sandro aveva una dolcezza straordinaria, mi sono inchinato accanto a loro e mi son tolto il naso per rispetto, per sottolineare che per me era un momento magico, a volte lo faccio, poche volte, ma voglio che quando succede non sia mai perché mi dà noia, sudo o roba del genere perché ho scelto di portare il naso e l’ho scelto consapevolmente, quando lo tolgo voglio che abbia senso e di solito ha un buon effetto, non per il gesto ma perché si avverte la motivazione per cui lo faccio, va bene basta buonanotte a tutti.