26 marzo 2008
Curioso. Io e Coccinella ci siamo incamminati verso Ponte a Niccheri con un interrogativo che faceva ping – pong tra le nostre menti (per l’occasione, non particolarmente brillanti, un po’ per l’ora mattutina, un po’ per quella strana fiacca che annuncia la primavera): quali sarebbero stati gli sviluppi, rispetto alla settimana scorsa? Ovvero, avremmo di nuovo dovuto aspettare degli acuti da cantanti “heavy metal”, per capire che (prima) c’era bisogno di noi per un prelievo o per una prova delle allergie? Io, devo dire, mi sentivo abbastanza tranquillo. Avevo con me Coccinella, che ha una personalità profumata di gelsomino: è una fragranza che dispone al rilassamento, alla gentilezza, al dialogo. Ci siamo accordati su una linea d’ascolto, libera dal pregiudizio nato da due turni non semplici e dai risvolti surreali: non avremmo pensato a nient’altro che al nostro ruolo, indipendentemente dalla considerazione e dalla capacità di accorgersene, da parte di chi dovrebbe giovarsi del nostro aiuto. Siamo arrivati puntualissimi, abbiamo trovato nel gabbiotto del parcheggio una faccia nuova (penso che non tarderemo a stabilire un dialogo umano e amichevole anche con lei… ma il pensiero va a Lorenza, che per tanti mesi non ci ha mai fatto mancare il suo sorriso, carico di complicità e ammirazione), abbiamo scambiato due chiacchiere scoppiettanti con le signore delle relazioni con il pubblico. Poi, dritti in pediatria, dove è andata come segue…
Cominciamo con le azioni “ordinarie”: una visita a Riccardo, 7 anni, bambino caratterialmente aperto, dalla mente svelta e sottile. I suoi genitori, due facce d’artisti. Abbiamo parlato della passione per Petra Magoni (da parte di Riccardo, ovviamente…) e per la sua voce così unica. Abbiamo parlato della salute, di quanto è bella e preziosa. Della scuola, di quanto può non essere banale. Abbiamo anche giocato un po’. In reparto, oltre a poche mamme con neonati (che non abbiamo nemmeno fatto in tempo a vedere), era ricoverato un bimbo di circa due anni che dimostrava preferenze chiare e del tutto condivisibili: io gli facevo ribrezzo, mentre Coccinella riscuoteva una certa simpatia… come dargli torto? Poi abbiamo fatto amicizia con Sofia, 11 anni e una gran tranquillità nell’affrontare le prove allergiche, così come Lorenzo, 4 anni e una personalità da grande. Intrecciato a tutto quanto detto sin qui, una coincidenza “fortunata”: il ritorno di Diego, che la settimana scorsa aveva affrontato le prove allergiche con difficoltà. Ha solo 2 anni e mezzo e sta vivendo delle settimane tremende, visite a raffica e una serie di “novità” di cui certamente avrebbe fatto a meno.
Parentesi: vogliamo parlare di problemi? Diego e i suoi splendidi genitori vengono da Volterra. A Volterra non hanno un reparto di pediatria. Diego è stato ricoverato per 3 giorni in MEDICINA, in una stanzetta da condividere con un’altra bimba, niente posto per le mamme, costrette a coricarsi nel letto con il proprio figlio. Qualcuno sa dirci se questo è accettabile? Qualcuno pensa sia normale? Per i controlli, Diego deve venire a Firenze. Sì, lo so che molti obietteranno che non si tratta di una tragedia: costoro provino ad andare su e giù, per quattro giorni, fino a Cracovia, per farsi cavare ogni mattina un premolare, senza anestesia. Questo potrebbe essere equiparabile a quello che sta passando Diego. Forse.
Insomma, abbiamo passato tutto il tempo con Diego e genitori. Abbiamo fatto il prelievo del sangue, una visita e ancora prove allergiche. Siamo usciti dal reparto assieme a loro e ci siamo fermati anche al bar, dove ci hanno offerto da bere. Ci siamo abbracciati da amici, scambiandoci l’augurio di non incontrarci più in ospedale, ma magari in una piazza di Volterra.
Gli amici di dialisi li abbiamo potuti solo chiamare per telefono, per salutarli e chiedergli scusa della nostra mancata visita: ci rifaremo la prossima settimana.
Un fraterno saluto a tutti.
Cominciamo con le azioni “ordinarie”: una visita a Riccardo, 7 anni, bambino caratterialmente aperto, dalla mente svelta e sottile. I suoi genitori, due facce d’artisti. Abbiamo parlato della passione per Petra Magoni (da parte di Riccardo, ovviamente…) e per la sua voce così unica. Abbiamo parlato della salute, di quanto è bella e preziosa. Della scuola, di quanto può non essere banale. Abbiamo anche giocato un po’. In reparto, oltre a poche mamme con neonati (che non abbiamo nemmeno fatto in tempo a vedere), era ricoverato un bimbo di circa due anni che dimostrava preferenze chiare e del tutto condivisibili: io gli facevo ribrezzo, mentre Coccinella riscuoteva una certa simpatia… come dargli torto? Poi abbiamo fatto amicizia con Sofia, 11 anni e una gran tranquillità nell’affrontare le prove allergiche, così come Lorenzo, 4 anni e una personalità da grande. Intrecciato a tutto quanto detto sin qui, una coincidenza “fortunata”: il ritorno di Diego, che la settimana scorsa aveva affrontato le prove allergiche con difficoltà. Ha solo 2 anni e mezzo e sta vivendo delle settimane tremende, visite a raffica e una serie di “novità” di cui certamente avrebbe fatto a meno.
Parentesi: vogliamo parlare di problemi? Diego e i suoi splendidi genitori vengono da Volterra. A Volterra non hanno un reparto di pediatria. Diego è stato ricoverato per 3 giorni in MEDICINA, in una stanzetta da condividere con un’altra bimba, niente posto per le mamme, costrette a coricarsi nel letto con il proprio figlio. Qualcuno sa dirci se questo è accettabile? Qualcuno pensa sia normale? Per i controlli, Diego deve venire a Firenze. Sì, lo so che molti obietteranno che non si tratta di una tragedia: costoro provino ad andare su e giù, per quattro giorni, fino a Cracovia, per farsi cavare ogni mattina un premolare, senza anestesia. Questo potrebbe essere equiparabile a quello che sta passando Diego. Forse.
Insomma, abbiamo passato tutto il tempo con Diego e genitori. Abbiamo fatto il prelievo del sangue, una visita e ancora prove allergiche. Siamo usciti dal reparto assieme a loro e ci siamo fermati anche al bar, dove ci hanno offerto da bere. Ci siamo abbracciati da amici, scambiandoci l’augurio di non incontrarci più in ospedale, ma magari in una piazza di Volterra.
Gli amici di dialisi li abbiamo potuti solo chiamare per telefono, per salutarli e chiedergli scusa della nostra mancata visita: ci rifaremo la prossima settimana.
Un fraterno saluto a tutti.
Formag e Coccinella
1 commento
Silvia · 24 Marzo 2012 alle 10:59
Leggo il vostro emozionante autentico report. Coccinella e Framog.
Posso vedervi mentre passate da un reparto a un lettino, ad uno sguardo che non è più picolo perchè emanato da un bambino di due anni e mezzo; vi posso vedere (seppur non vi conosca, ma la conoscenza sgorga dal cuore e non necessità di memoria visiva…) quando ascoltate storie pazzesche e alla vostra domanda: non è accettabile che da Volterra la famiglia abbia a giungere alla santissima, e non mi pare giusto che magari con la clinica privata, chi ha proventi molto in positivo, per curarsi o per diagnosi non esce neppure dal suo letto. La salute è il vero nostro bene, la vera eredità da lasciare ai figli del domani. Voi siete portatori di tutto ciò ma purtroppo le ingiustizie e le assurdità di questa umanità non dipendono dalla nostra scelta di vita e buona volontà) Vi posso visualizzare, e come essere con voi nella camminata, perché così vi ho conosciuto amici Clowncare, quando ero ricoverata con un’incrinatura alla 2 lombare in degenza breve, con il vostro sorriso colmo di rispetto con le vostreparole incorggianti. Adesso che vi conosco e (quanto fate per me!) (ma con tutti i degenti) ( e andate sempre là dove il dolore e il timore è davvero immenso-tra bambini-in dialisi-ai prelievi)e voglio conoscervi sempre di più per farmi contagiare, data la mia “malattia depressiva e psicotica”, dalla vostra poesia del buonumore, dal vostro condividere, esperienze così generosamente come siete voi.
con Amore Silvia
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