19 marzo 2008

Pubblicato da Radic il

Intanto un pensiero così un po’ vago: finalmente sono a mio agio la sera prima di un turno, il nervosismo non c’è più, solo tanta voglia di fare e tanta eccitazione!
Oggi quando io e Formaggino siamo arrivati in ospedale (con 2 sacconi di giocattoli donati da Pan!!) abbiamo incontrato subito all’entrata una bimba abbastanza grandicella che ci ha sorriso timidamente, noi ci siamo trattenuti con lei un paio di minuti e le abbiamo regalato un palloncino. Siamo stati ringraziati da un sorrisone che le ha veramente illuminato il viso e da un’esclamazione di sorpresa (“che bello!!!”) e felicità che ci sono rimasti dentro per tutta la giornata. Che bel modo di incominciare un turno!
In pediatria oggi c’è stato abbastanza da fare. Innanzitutto siamo andati a vedere com’era la situazione dalla caposala. Lei era momentaneamente fuori ufficio e mentre la stavamo aspettando io sono stata rapita da un bimbo di 2 anni e mezzo ricoverato per broncopolmonite che mi ha mostrato tutto contento la sua cameretta. Mentre io ero impegnata a fare un duello con spade-palloncino con questo dolcissimo ometto, Formaggino ha parlato con Giovanna (la caposala, che nel frattempo era rientrata in reparto – n.d.F.) ed ha poi cominciato il giro delle camere. Quando l’ho raggiunto stava chiacchierando con un giovanotto di 13-14 anni che era stato operato ad entrambi i piedi ed era un po’ stanco. Abbiamo parlato con lui e la mamma e mi è parso di avergli almeno un po’ risollevato l’umore, menomale! Ad un certo punto Formaggino ha sentito un bambino piangere (dalla stanza di questo ragazzo, eh! A più di metà reparto di distanza dalla stanza delle prove allergiche!!!!) ed è andato a vedere che cosa succedeva mentre io sono rimasta ancora un po’ con il ragazzo ingessato ai piedi… Ritrovato Little Cheese in corridoio, con il povero bimbo di circa 2 anni a cui avevano fatto le prove allergiche e che prima piangeva disperato, abbiamo passato un po’ di tempo a fargli le bolle di sapone, poi il piccolo è stato richiamato nella stanzetta e Formaggino è andato con lui mentre io sono rimasta con un altro bambino fuori. Da quello che mi ha raccontato Le Petit Fromage, al piccolo è bastato solo rientrare nella stanza per rimettersi ad urlare e piangere, anche se le prove comunque erano finite!
Finito il primo dramma del bambino urlante, ecco che dopo poco un altro pianto giunge alle nostre orecchie. Nella stanza medicazioni ad un bambino di circa 4 anni stavano facendo un prelievo, la mamma lo teneva in braccio e le infermiere gli immobilizzavano il braccino, mentre un’altra provava a distrarlo con le bolle di sapone. Ovviamente il piccolo era terrorizzato, sebbene i suoi genitori provassero in ogni modo a farlo calmare… Entrati per la seconda volta in una stanza in cui ci si presentava una situazione del genere abbiamo provato a fare del nostro meglio, Formaggino ha fatto due bellissimi palloncini a questo bambino mentre lui continuava a piangere. Finito il prelievo, il piccolo cominciava giusto giusto a sorriderci un pochino, ignaro di quello che gli si prospettava: il sangue che avevano preso era troppo poco e dovevano fare un altro prelievo dall’altro braccio! E di nuovo tutto da capo, lui ha ricominciato a piangere e urlare mentre noi si faceva del nostro meglio per distrarlo un pochino.
Insomma, da quanto potete leggere, e da quanto anticipato da Formaggino, ci siamo un po’ sentiti frustrati dal fatto che nessuno ha pensato di chiamarci e dirci “ehi, c’è un bambino che deve fare un prelievo, perché non ci pensate voi a tranquillizzarlo un po’, visto che siete qua apposta?”. Noi due ci siamo resi conto della loro presenza solo quando ci sono arrivate le urla dei piccoli, quando ormai era troppo tardi per tentare di fare qualcosa di più se non consolarli dopo le prove/il prelievo…
Arrivato il momento di andare in dialisi siamo scesi velocemente e ci siamo intrattenuti prima con Gino1 e Gino2. Qui uno dei due Gini mi ha chiesto di togliermi il naso da clown e io l’ho fatto, lasciandolo appeso al collo per il resto della visita in dialisi. Ho percepito quello che diceva Formaggino, come in un ambiente come quello forse il naso non è necessario, anzi è quasi di troppo… insomma, due chiacchiere con Gino e Gino, poi siamo passati ad un’altra stanza, in cui io mi sono fermata a parlare con Francesco di noi, del seminario di Arf dell’anno scorso, di quanto bisogno c’è di giovani che si interessino di più all’aspetto umano della medicina…
Poi siamo passati nella terza e nella quarta stanza. In quest’ultima c’era Margherita, io sono andata subito da lei a salutarla e poi ho raggiunto Formaggino a chiacchierare con altri dializzati ed alla fine, insieme, siamo tornati a scambiare due parole anche con Margherita. E qui è stato proprio bello vedere come questa donna sia cambiata completamente da quando ero andata io sola a salutarla. Con Formagginus infatti l’ho vista sorridere, aprirsi un po’ di più e magari anche dimenticarsi per un paio di secondi dei suoi mali. È stato bellissimo, ho proprio visto una donna diversa. Sto provando a rielaborare questa cosa, mi verrebbe da pensare che l’interesse che Formaggio ha riposto in questa vecchina tutte le settimane ha “fatto colpo” su di lei, le ha fatto capire che almeno quando c’è lui non è sola e importa qualcosa a qualcuno che lei ci sia mercoledì prossimo in quel letto! (e con questo non voglio dire che non importi effettivamente a nessuno, ma che mi ha dato l’impressione di essersene convinta lei, di questa cosa!).
Oggi sono stata bene, vorrei però trovare un modo per riuscire a collaborare un po’ più efficacemente con le infermiere della pediatria, in modo da non dover più essere chiamati dalle urla di qualche bambino invece che da loro!
Vi mando un bacione grossissimo a tutti!!!!!!
Lucilla

Da parte mia, ben poco da aggiungere, se non alcune note a margine Ad esempio, voglio dirvi del rapporto con le signore addette alle relazioni con il pubblico, che ci accolgono con sempre più calore e gioia. Voglio informarvi che oggi o domani, Lorenzo e Lorenza, gli addetti al parcheggio, dovrebbero sapere se la ditta che subentra li tiene lì a lavorare. Io la chiamerò per sapere e vi informerò.
Un’altra cosa: Francesca, la donna che tiene pulito il reparto di pediatria, fa insistenti commenti negativi sulle musiche emanate dal mio “cool-box” (le giudica “tristi”) e la cosa m’infastidisce alquanto. Devo trovare il modo di spiegarle che un clown non deve necessariamente andare in giro con lo “zumpa – zumpa – parappappero”, ma che in certi contesti, una musica piena di fascino e di poesia è semplicemente più adatta. Voglio spiegarglielo perché considero importante che anche lei capisca un po’ di più quello che stiamo cercando di fare.
Un abbraccio a tutti e un grazie a Lucilla, che è davvero un serto ambulante di fiori di campo e raggi di sole.
Formag


1 commento

Laura · 21 Marzo 2008 alle 11:22

Dovrei studiare malattie infettive, ma mi sono flashata sui vostri post… e credo stiate facendo un lavoro meraviglioso.

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