05 Novembre 2007
Il 5 di Novembre sono andato in ospedale con Melina, in pediatria non c’era molto da fare per cui siamo stati un poco al CUP e agli ambulatori di diabetologia dove abbiamo scherzato con le persone presenti che dovevano fare le visite, poi siamo stati al centro prelievi e anche là è andato tutto bene, abbiamo allentato un poco le tensioni delle persone che stavano aspettando di togliersi il sangue e fare esami vari, queste visite nelle sale d’aspetto stanno diventando veramente una cosa molto divertente. Poi ci siamo diretti in dialisi dove avevo l’idea di stravolgere un poco i ritmi e le abitudini delle persone, in questo reparto molti si sentono stanchi, depressi e annoiati, hanno inoltre poca voglia di vivere e lo manifestano continuamente deprimendo anche gli altri e l’ambiente e io stavolta ho deciso di fare un azione forte e di rottura alla quale mi ero preparato psicologicamente il sabato e la domenica precedenti e ho spiegato brevemente a Melina cosa doveva fare e siamo partiti. Praticamente abbiamo iniziato dalle persone più stanche e depresse e da quelle che oramai da due o tre volte dicevano che volevano morire, ci siamo presentati al capezzale del letto, io avevo portato un uovo per fare il tè (avete presente quegli ovetti di metallo tutti bucati dove si mette il tè o i fiori di camomilla e poi si lasciano in infusione? Bene uno di quelli) solitamente questi ovetti hanno anche una piccola catenella che permette di alzarli e muoverli senza ustionarsi una volta che sono caldi, bene agitando l’ovetto avanti e indietro sembra proprio un brucia incenso da chiesa (quelli che usano ai funerali…scusate se sembra blasfemo ma in realtà non lo era), Melina teneva l’ovetto e lo spargeva sulle persone e io con una piccola boccetta d’acqua le benedivo dicendo : “sa…siete malati….chissà se la prossima vi ritroveremo ancora vivi…intanto vi benediciamo non si sa mai….” e le persone che reagivano chi toccandosi, chi dicendo che non voleva morire davvero ma stava solo scherzando e uno ci ha anche chiesto di leggergli delle storie perchè non voleva sembrare morto (e di solito lui porta una mascherina sugli occhi e neanche ci guarda)….insomma la terapia d’urto è servita molto più che stare là a compatirli e piangere con loro sulle varie disgrazie…molti si sono riscossi dal torpore….ovviamente non si può fare spesso ma se dovessero decidere di morire ancora ecco che io gli porterò due ceri ai lati del letto e starò a vedere le reazioni, non dico che l’operazione non presentava dei rischi ma alla fine ha avuto ottimi risultati che poi ha apprezzato Formaggino la volta dopo che è andato in ospedale poiché ha potuto lavorare meglio…..a proposito anche quelli che erano costretti a sopportare la depressione degli altri nella loro camera si son messi a ridere e nessuno si è offeso, anzi….che aggiungere? Diciamo che il mio report non è precisissimo su tutti i particolari poiché scritto con forte ritardo e tutto tutto non mi ricordo ma visto che Melina ha avuto problemi col computer o altro ho deciso di scrivere io il report per stavolta…..buona giornata a tutti voi.
Nuvola
1 commento
il cagamobile · 18 Novembre 2007 alle 21:11
sara spero che tu stia bene!
inoltre dico che questa cosa dell’estrema unzione è stata proprio una genialata.. rischiosissima! ma è proprio quello che ci vuole! cioè una soluzione pazza e motivata e sentita dentro! che se la rifà un altro non è affatto detto che vada bene (anzi molto probabile male!) e se lo rifà nuvola forse va male lo stesso… mi è piaciuto molto quello che nuvola ha detto oggi in proposito: quello che conta non è la cosa di per sé, ma tutto il lavoro che ci si fa su, tutto il percorso: lui si è sbattuto una settimana per trovare una soluzione a quel problema, ce l’aveva a cuore, sentiva di fare una cosa molto pericolosa – addirittura rischiando di peggiorare di molto la situazione – tuttavia sentiva che poteva andare bene, e che valeva la pena rischiare: grazie a Dio l’hai fatto! uno che sente una cosa del genere, che ha cuore quello per cui lo fa, che non lo fa per fare una cosa “ganza”, una cosa “matta” (come va di moda fare), e poi rischia.. beh… credo che abbia anche le carte per rimediare eventuali errori!
grande nubola apprezzo moltissimo! questo è proprio il caso in cui una cosa pericolosamente matta non è fatta perché di moda ma perché buona!
grazie!
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