15 settembre 2007
Cari amici CLAUNI,
sono proprio rincoglionita! Questo è il report di sabato 15, che ho scritto, salvato nelle bozze ma non inviato a Formaggino. Scusatemi, sto prendendo contatti su e-bay per acquistare quei due o tre neuroni che mi son fritta ultimamente!
Sabato mattina alle 8:20 mi son ritrovata come sempre con Formaggino nel parcheggio del “Rincao” ad Agliana e di lì siamo partiti per la terza
missione CLaUna!
Tra mille chiacchiere arriviamo all’ Ospedale , ci cambiamo e come sempre ci divertiamo a scorgere le reazioni delle persone che, un po’ assonnate, ci vedono arrivare. Salutiamo i ragazzi del parcheggio e ci dirigiamo in Pediatria (passando diamo un’occhiata al centro prelievi, dove c’è una fila chilometrica…dobbiamo proprio far una capatina a stemperare gli animi!). All’ascensore troviamo una signora che ci chiede dov’è l’Urologia, le rispondiamo che è al 4° piano e la invitiamo a salire con noi, ma si rifiuta di prendere l’ascensore, “meglio le scale”-dice.
Giunti in reparto veniamo accolti da Chiara, la caposala, che ci illustra la situazione: soltanto 3 degenti. Bene, pensiamo, così potremo fare un salto al centro prelievi.
Dopo un divertente misunedrstanding involontario (Formaggino: “Da che parte vuoi iniziare, Melina?” Io: ” Dal fondo” Form: “Quindi di là!” Io: “No, di là”, rispondo indicando entrambe le direzioni), facciamo la conoscenza di una bambina bosniaca di 6 mesi, di cui non ricordo il nome, era un po’ strano!
Il papà ci dice che è stata ricoverata perchè un po’ sottopeso e molto tranquillamente inizia a scherzare con noi, raccontandoci della sua terra e della sua vita movimentata; la madre è un po’ più schiva e avverto che non ha molto piacere quando mi avvicino alla piccolina.
Iniziamo a tirar fuori un po’ di balocchi rumorosi, Formaggino suona l’armonica, mentre io faccio bolle di sapone.
La bimba mostra di essere un po’ disorientata, ma comunque serena e tranquilla, anche quando la mamma si allontana per un po’.
La visita successiva è ad una simpaticissima ragazza con un bambino nato prematuro a sette mesi, Raul, bellissimo e perfetto nelle sue misure contenute. La mamma lo stringe al petto e lui sonnecchiando le sorride; ci intratteniamo per un po’ con lei facendoci raccontare della gravidanza, del suo lavoro e quant altro…aveva proprio voglia di fare due chiacchiere con qualcuno.
La salutiamo e ci dirigiamo verso la stanza successiva.
Qui troviamo un ragazzo di 14 anni che andando in bici si è fratturato il pollice ed è stato operato; ha la febbre e per questo è un po’ restio ad accettare la nostra compagnia, ma i suoi nonni, che ci avevano precedentemente chiesto di andare a fargli visita, apprezzano la nostra presenza.
Parliamo con loro delle ambizioni calcistiche del ragazzo, della scuola appena iniziata e poi divaghiamo sui rapporti tra personale medico e pazzienti nelle strutture ospedaliere.
Dopo un po’ salutiamo tutti ed usciamo dalla stanza.
Nel corridoio incontriamo una coppia giovane con la loro piccola Adele, di 2 anni, che deve esser dissanguata per fare degli accertamenti. A quel punto assistiamo ad una pratica di cui non ero a conoscenza: l’infermiera mette una pomata anestetica nella cavità dei gomiti e all’interno del polso della bimba e ricopre con il domopack, chiedendoci di attendere 40 minuti prima del prelievo.
Ci spostiamo in sala mensa dove, mentre formaggino discorre con il padre, io mi metto a giocare con Adele a la sua mamma. Ha proprio ragione il nostro Little Cheese, ho un debole per le bimbe piccoline, mi piace troppo giocare con loro!
Trascorso il tempo necessario perche l’anestetico facesse effetto accompagnamo le bimba a fare il prelievo, dove cerchiamo di distrarla con i burattini da dito; la bimba però ha molta paura e purtroppo il sangue fluisce male, tanto che le infermiere ne tolgono molto poco.
Cercando di tranquillizzare Adele con un po’ di cioccolata, accompagno la famiglia a consegnare le provette al centro prelievi, mentre formaggino si trattiene con un bambino molto energico e vivace. Purtroppo in ematologia ci viene detto che il sangue nelle provette è insufficiente: tutto sbagliato, tutto da rifare.
Accompagno la famiglia, un po’ scoraggiata, far colazione, dopodichè recupero formaggino che ha dotato il bimbo di due bellisiimi palloncini a forma di moto.
Torniamo nuovamente in reparto, dove la situazione è tranquilla, decidiamo di chiudere lì la nostra missione, salutiamo tutti quanti e tutti ricambiano molto calorosamente (però non c’era Rosa, sigh!)…Alla prossima!
Ci incamminiamo verso la macchina, fermandoci a chiacchierare con un bambino che ha appena frequentato il primo giorno di prima elementare e ci facciamo raccontare da lui un po’ di impressioni, metre aspettiamo il ragazzo del parcheggio (ebbene sì, ho dei problemi con i nomi!). Torniamo alla macchina e ripartiamo verso nuove, mirabolanti avventure…
(Poi son andata a prendere la mia sorellina a scuola, fa la prima media, vestita da clown, pensavo si sarebbe vergognata di me, invece era iper contenta, wow!)
A domenica carissimi!
Dott.ssa Melina, priva di neuroni funzionanti