01 Marzo 2008
CIAO A TUUUUTTI!
Stamani ho fatto il mio terzo turno e, per la prima volta, con il Dottor Nuvola!
Questa cosa meravigliosa, come la chiama Formaggino, è un’esperienza fortissima che tutte le volte si rivela, nel suo grande piccolo, imprevedibile. sono infatti partita oggi da casa un pò impensierita dall’idea di tornare in dialisi dopo che l’ultima volta, per me, era stata bella ma particolarmente d’impatto. Invece mi sono sorpresa a non sentirmi quasi per niente a disagio in dialisi oggi e capace di chiacchierare con serenità anche davanti a persone che chiaramente vivevano situazioni dolorose. Forse è anche lo stato d’animo del momento che incide, o la sensazione di pace che ti può dare il sorriso di una persona che, seppur sofferente, mantiene il buon umore e la voglia di vivere..( come spesso accade sono i ricoverati ad avere un ‘azione terapeutica su di noi!)
Stamani ho fatto il mio terzo turno e, per la prima volta, con il Dottor Nuvola!
Questa cosa meravigliosa, come la chiama Formaggino, è un’esperienza fortissima che tutte le volte si rivela, nel suo grande piccolo, imprevedibile. sono infatti partita oggi da casa un pò impensierita dall’idea di tornare in dialisi dopo che l’ultima volta, per me, era stata bella ma particolarmente d’impatto. Invece mi sono sorpresa a non sentirmi quasi per niente a disagio in dialisi oggi e capace di chiacchierare con serenità anche davanti a persone che chiaramente vivevano situazioni dolorose. Forse è anche lo stato d’animo del momento che incide, o la sensazione di pace che ti può dare il sorriso di una persona che, seppur sofferente, mantiene il buon umore e la voglia di vivere..( come spesso accade sono i ricoverati ad avere un ‘azione terapeutica su di noi!)
Comunque andiamo per ordine!
In primis l’azzurro Nuvola ed io ci troviamo al parcheggio e incamminandoci chiacchieriamo un pò, facciamo una piccola sosta a salutare il giornalaio dell’ospedale (testimone della rincoglionaggine di Nuvola che lo scorso sabato aveva pagato il giornale, poi dimenticandoselo! ) e via in pediatria. Arriviamo, salutiamo le infermiere e ci dirigiamo verso le prime stanze. Troviamo Mattia, un bambino di tredici anni, con due occhi grandi malinconici e molto magro, aveva la febbre alta da un mese e sembrava triste, non è stato facile far dischiudere le sue labbra in un sorriso, ma devo dire che la forte energia di Nuvola fa dei piccoli miracoli e così tra una magia fatta da Nuvola e il reciproco prendersi in giro di noi due clauni forse Mattia ha passato qualche momento di leggerezza.. vorrei tanto fare per Mattia quello che i ragazzi del racconto di Pennac hanno fatto per il loro amico malato (vedi report Lucilla), cioè vorrei pensare a lui e vorrei che fosse anche nei vostri pensieri e sperare che questo chissà.. lo possa aiutare a rimettersi in fretta perché, nonostante le parole di Nuvola e la tranquillità dei genitori mi abbiano rincuorato, mi è dispiaciuto veramente tanto vedere il piccolo faccino di Mattia così provato.. dopo un pò siamo passati alle altre stanze, sembrava di essere nel nido della cicogna da quanto ad ogni porta in cui ci si affacciava c’era una mamma o un babbo con relativa prole appena nata o di pochi mesi. Abbiamo trovato una mammina giovane giovane con un bimbo nato prematuro, minuscolo. poi una ragazza africana con gemelline ricoverate per tosse, grazie alla quale Nuvola ha imparato “uno, due e tre” in un dialetto dell’Eritrea ed io il nome della zucca Keniota decorata che mi porto dietro da suonare come maracas (“kalabasch”). Altre stanze, altri pargoli, dei tentativi di palloncini mal riusciti da parte mia e le divertenti prese in giro di Nuvola (che giustamente non se ne risparmia una!). In sala d’attesa c’era Matilde, una bimba con la varicella e lo sguardo attento. Mentre Nuvola era a recuperare un pò di cose per andare in dialisi ho tentato con lei di riproporre il pupazzo Temistocle ma con poca energia (mi sentivo un pò spompa in effetti..) e così ho riscosso poco successo ma per fortuna è arrivato Nuvola che ha fatto dei palloncini a Matilde e le ha dato dei portachiavi di cui la bimba si è dimostrata entusiasta, salutiamo Matilde e via verso la dialisi. Non ero mai stata al turno del sabato sicché ho conosciuto molte persone che non avevo ancora visto, con qualcuno è stato da subito facile parlare, altri erano un pò meno loquaci ma quando, andandomene, ho visto che anche questi cercavano il nostro sguardo per salutarci, mi sono resa conto che in qualche modo hanno sentito positivamente la nostra presenza..ed è una sensazione bella, che riempie di gioia.. quando siamo arrivati in dialisi c’era un signore della prima stanza che urlava per dei dolori lancinanti alla testa, e ho visto il ragazzo neodiciottenne (neanch’io ricordo il nome!) che, con un’occhiata tra l’impaurito e il sorpreso, accorgendosi di noi che stavamo passando per andare nell’ultima stanza, ci ha salutato con la mano..sembrava contento di vederci.. abbiamo parlato un pò con ognuno, con quelli che sembravano volerlo e con chi non era addormentato.. Nuvola ha raccontato e ascoltato barzellette (credo alcune anche sconce, ma non sono sicura perché mi hanno appositamente allontanato, i furbetti!) con il ragazzo di diciotto anni e l’infermiere, abbiamo chiacchierato con un signore appassionato di De André e Guccini e firmato il gesso di Sabrina che, nonostante fosse costretta a letto da questo e dalla dialisi, era sorridente e parlava volentieri. Ho parlato con una signora , Tatiana, che non sembrava interessata a noi e che, si vedeva, era molto depressa dalla sua situazione e te lo faceva capire piuttosto brutalmente, ho pensato che fosse il caso lasciarla in pace e così dopo poco mi sono spostata credendo di non esserle stata d’aiuto ed invece, mi ha detto poi Nuvola, è stata la prima volta che lei rivolgeva la parola a qualcuno e quindi, in questo senso, è stato un progresso. Mi è venuto da pensare che in effetti ho valutato dal mio punto di vista la situazione, senza conoscere Tatiana e senza rendermi quindi conto dello sforzo che probabilmente stava facendo per parlarmi. Abbiamo poi salutato tutti e, passati in pediatria a riprendere le nostre cose, ci siamo diretti ai prelievi, lì abbiamo trovato un pò di bambini in fila ad aspettare il proprio turno o quello dei genitori, ci siamo trattenuti un pò con loro e infine siamo andati verso casa.. è stato un bel turno, ogni volta è diverso e importante anche se non sempre si ha la carica per dare il meglio di sè.. è un’esperienza che cambia i miei punti di vista e mi apre mondi nuovi, i mondi di altre persone che vivono una condizione diversa dalla mia, e proprio per questo a volte può toccare delle corde nascoste e stravolgere i pensieri.. grazie mille Nuvola e Formaggino perché se penso a voi sento che si può mantenere il buon umore in tante situazioni che per natura mi intristirebbero e grazie a tutti perché è bello sapere che non siamo in pochi sulle orme di questi due matti!
In primis l’azzurro Nuvola ed io ci troviamo al parcheggio e incamminandoci chiacchieriamo un pò, facciamo una piccola sosta a salutare il giornalaio dell’ospedale (testimone della rincoglionaggine di Nuvola che lo scorso sabato aveva pagato il giornale, poi dimenticandoselo! ) e via in pediatria. Arriviamo, salutiamo le infermiere e ci dirigiamo verso le prime stanze. Troviamo Mattia, un bambino di tredici anni, con due occhi grandi malinconici e molto magro, aveva la febbre alta da un mese e sembrava triste, non è stato facile far dischiudere le sue labbra in un sorriso, ma devo dire che la forte energia di Nuvola fa dei piccoli miracoli e così tra una magia fatta da Nuvola e il reciproco prendersi in giro di noi due clauni forse Mattia ha passato qualche momento di leggerezza.. vorrei tanto fare per Mattia quello che i ragazzi del racconto di Pennac hanno fatto per il loro amico malato (vedi report Lucilla), cioè vorrei pensare a lui e vorrei che fosse anche nei vostri pensieri e sperare che questo chissà.. lo possa aiutare a rimettersi in fretta perché, nonostante le parole di Nuvola e la tranquillità dei genitori mi abbiano rincuorato, mi è dispiaciuto veramente tanto vedere il piccolo faccino di Mattia così provato.. dopo un pò siamo passati alle altre stanze, sembrava di essere nel nido della cicogna da quanto ad ogni porta in cui ci si affacciava c’era una mamma o un babbo con relativa prole appena nata o di pochi mesi. Abbiamo trovato una mammina giovane giovane con un bimbo nato prematuro, minuscolo. poi una ragazza africana con gemelline ricoverate per tosse, grazie alla quale Nuvola ha imparato “uno, due e tre” in un dialetto dell’Eritrea ed io il nome della zucca Keniota decorata che mi porto dietro da suonare come maracas (“kalabasch”). Altre stanze, altri pargoli, dei tentativi di palloncini mal riusciti da parte mia e le divertenti prese in giro di Nuvola (che giustamente non se ne risparmia una!). In sala d’attesa c’era Matilde, una bimba con la varicella e lo sguardo attento. Mentre Nuvola era a recuperare un pò di cose per andare in dialisi ho tentato con lei di riproporre il pupazzo Temistocle ma con poca energia (mi sentivo un pò spompa in effetti..) e così ho riscosso poco successo ma per fortuna è arrivato Nuvola che ha fatto dei palloncini a Matilde e le ha dato dei portachiavi di cui la bimba si è dimostrata entusiasta, salutiamo Matilde e via verso la dialisi. Non ero mai stata al turno del sabato sicché ho conosciuto molte persone che non avevo ancora visto, con qualcuno è stato da subito facile parlare, altri erano un pò meno loquaci ma quando, andandomene, ho visto che anche questi cercavano il nostro sguardo per salutarci, mi sono resa conto che in qualche modo hanno sentito positivamente la nostra presenza..ed è una sensazione bella, che riempie di gioia.. quando siamo arrivati in dialisi c’era un signore della prima stanza che urlava per dei dolori lancinanti alla testa, e ho visto il ragazzo neodiciottenne (neanch’io ricordo il nome!) che, con un’occhiata tra l’impaurito e il sorpreso, accorgendosi di noi che stavamo passando per andare nell’ultima stanza, ci ha salutato con la mano..sembrava contento di vederci.. abbiamo parlato un pò con ognuno, con quelli che sembravano volerlo e con chi non era addormentato.. Nuvola ha raccontato e ascoltato barzellette (credo alcune anche sconce, ma non sono sicura perché mi hanno appositamente allontanato, i furbetti!) con il ragazzo di diciotto anni e l’infermiere, abbiamo chiacchierato con un signore appassionato di De André e Guccini e firmato il gesso di Sabrina che, nonostante fosse costretta a letto da questo e dalla dialisi, era sorridente e parlava volentieri. Ho parlato con una signora , Tatiana, che non sembrava interessata a noi e che, si vedeva, era molto depressa dalla sua situazione e te lo faceva capire piuttosto brutalmente, ho pensato che fosse il caso lasciarla in pace e così dopo poco mi sono spostata credendo di non esserle stata d’aiuto ed invece, mi ha detto poi Nuvola, è stata la prima volta che lei rivolgeva la parola a qualcuno e quindi, in questo senso, è stato un progresso. Mi è venuto da pensare che in effetti ho valutato dal mio punto di vista la situazione, senza conoscere Tatiana e senza rendermi quindi conto dello sforzo che probabilmente stava facendo per parlarmi. Abbiamo poi salutato tutti e, passati in pediatria a riprendere le nostre cose, ci siamo diretti ai prelievi, lì abbiamo trovato un pò di bambini in fila ad aspettare il proprio turno o quello dei genitori, ci siamo trattenuti un pò con loro e infine siamo andati verso casa.. è stato un bel turno, ogni volta è diverso e importante anche se non sempre si ha la carica per dare il meglio di sè.. è un’esperienza che cambia i miei punti di vista e mi apre mondi nuovi, i mondi di altre persone che vivono una condizione diversa dalla mia, e proprio per questo a volte può toccare delle corde nascoste e stravolgere i pensieri.. grazie mille Nuvola e Formaggino perché se penso a voi sento che si può mantenere il buon umore in tante situazioni che per natura mi intristirebbero e grazie a tutti perché è bello sapere che non siamo in pochi sulle orme di questi due matti!
Raperonzolo