13 novembre 2008

Pubblicato da Radic il

Oggi ho fatto il mio secondo turno da clown, e devo dire che ero molto più rilassata.
Ora inizio a raccontare la mattinata:..
…entrati in ospedale e lasciati gli ombrelli…si inizia il nostro giro… (con una piccola deviazione al bar, dove abbiamo preso un caffè con la carissima Giovanna dell’ufficio relazioni con il pubblico)… arrivati in pediatria ci informiamo sulla situazione dei vari bimbi, anche se in una stanza ce n’erano 4 un po’ cresciute, tra cui Alessandra, che Formaggino aveva conosciuto in occasione del turno precedente (alla mamma “giravano” parecchio e abbiamo fatto del nostro meglio per incoraggiarla, con risultati incoraggianti)…dopo aver chiacchierato anche con le altre ragazze e rispettive mamme, Formaggino ha modellato dei palloncini e li abbiamo regalati a tutte (io ho fatto da “assistant”, perché avevo una borsetta da dove Formaggino estraeva palloncini, come se fosse un cilindro da dove sbucava fuori un coniglio)…poi siamo passati da due bimbe bellissime: Maddalena di 5 anni e Rebecca di 2 anni (anche li con la solita borsetta) e ci siamo soffermati abbastanza, soprattutto da Maddalena, la cui mamma aveva bisogno di ridere e chiacchierare. Mentre si andava in dialisi abbiamo incontrato in una sala d’attesa un signore leccese di 93 anni con una forza d’animo e una vitalità che può fare invidia benissimo a noi giovani…avessi avuto un po’ più di tempo sarei rimasta li a chiacchierare con lui volentieri…magari anche in dialetto leccese, penso gli avrebbe fatto piacere….in quei pochi minuti ha parlato delle sue nozze di diamante festeggiate a 60 anni di matrimonio…e poi mentre andavamo via ha detto una frase che deve far riflettere tanto: un saggio, leggendo su un traliccio, “Chi tocca muore”, disse: “perché toccare, quando si deve morire comunque”…
Abbiamo fatto anche in tempo a fare amicizia con Mohammed, mediatore culturale: un giovane marocchino che parla 5 lingue e ha un sorriso che parla di pace.
….arrivati in dialisi si è visto il punto della situazione e si è iniziato il giro nelle varie stanze…dove mi sono messa a chiacchierare con Dina che mi ha raccontato un po’ della sua vita, e ha voluto sapere qualcosa della mia…e mi ha congedata dicendo che se abitavo da sola mi avrebbe voluto con lei a casa sua per farle un po’ di compagnia visto che è sola, poi in un altra stanza ho conosciuto un’altra donna…che aveva un sorriso bello di quei sorrisi caldi, che arrivano all’anima…e lei ha iniziato a parlare di ricamo e del fatto che si è rovinata la vista, e poi io le ho detto che anch’io ricamo che mi piace usare l’uncinetto, dopo usciti dalla stanza e finito il giro siamo andati alla macchina di Formaggino…e da li si è fatto ritorno a casa..

il turno di oggi anche se sono ancora agli inizi mi ha dato molto e vedere quelle persone anziane con un bagaglio di vita alle spalle enorme e con quella forza…che era contenta di vederci…mi fa piacere perchè vuol dire che a qualcuno siamo utili…per passare qualche attimo a non pensare ai loro problemi e ad allegerire la loro attesa in ospedale.

spero di non aver dimenticato niente…e scusate se sono stata prolissa…

Ciao a tutti…ma proprio tutti tutti…vi voglio bene….
…come farei senza un gruppo come voi??? 🙂

Luna
Voglio aggiungere un piccolo regalo per tutti voi…
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento di una splendida felicità.
(P. Neruda)