14 Novembre 2011

Pubblicato da Radic il

Secondo turno: alla ricerca del naso perduto

La mattinata è iniziata proprio bene:avendo sbagliato autobus,a un certo punto mi rendo conto che stavo allontanandomi dalla mia meta senza capire dove stessi andando. Fortunatamente,un ragazzo e una ragazza(mi ricordo solo il nome di lei, Elena, e che lui aveva un libro di Moravia per le mani)mi hanno dato una mano trasportandomi col furgoncino fino all’ospedale,e si sono incuriositi molto per questo progetto. Arrivata in tempo,volo agli armadietti per cambiarmi e impiastricciarmi ma…Zuppi non era arrivato, era imbottigliato nel traffico, ero un po’ in panico a trovarmi da sola per non so quanto appena al secondo turno,però quando mi sono resa conto che ho fatto fare un sacco di risate alle persone in corridoio mentre parlavo con Zuppi al telefono perché perdevo le scarpe camminando e saltellavo per non inciampare nel mio lunghissimo camice, ho pensato che son abbastanza scema per cavarmela anche finché non arrivava!Arrivato Zuppi, ci mettiamo alla ricerca dei nasi di plastica o del colore: peccato fossero nel fighissimo armadietto nuovo super-accessoriato di cui non avevamo le chiavi -.-“. Così ci siamo approcciati alle persone senza l’espediente del naso rosso (anche se io ero vestita abbastanza a cretina da non averne bisogno!) e una signora ci ha scambiato per dottori (addirittura!). Entrati in sala prelievi e salutato un po’ a giro, Zuppi si è messo a parlare a lungo con un signore coi baffi a manubrio e io mi sono guardata intorno: ero alla ricerca di un naso! Ho fatto ridere delle signore con la storia del naso, avevo anche avviato una trattativa con una per barattare il naso con 2 piedi,ma non mi sembrava conveniente lo scambio! Poi si è chiacchierato a lungo con un signore di Monza, che mi ha raccontato della malattia del suo canino e di come si trova a Firenze. C’erano anche 2 sorelle, Fiorenza e Marcella, una sferruzzava e chiacchierava e l’altra chiacchierava e basta, e ci hanno chiesto di salutare “quello col nasone rosso”. Siamo passati alla dialisi, dove si è parlato un po’ coi Gini, e il Gino giovane ci ha raccontato del suo cagnone che ha staccato mezza mela di sedere a una signora ! Nell’altra saletta ho parlato con un signore di nome Giovanni(se non ricordo male) scherzando sugli infermieri che non cambiano le batterie agli orologi perché sembrano sempre fermi. Ho chiacchierato un po’ con un signore che parla un po’ male, ma mi sembrava di dargli un po’ noia, non lo so: Zuppi mi ha detto invece che a lui fa piacere parlare, o gli sarò antipatica io, o non sono stata capace di “sintonizzarmi” con lui. C’era il signor Bruno, lo vidi al primo turno, e abbiamo parlato di ippoterapia e fidanzati. Per la prima volta ho parlato a lungo anche con un’infermiera, poi siamo andati via perché era il momento di staccare i macchinari. Ci siamo diretti in pediatria, dove c’era un bimbo piccino bellissimo, Christian, coi suoi genitori, ma il contatto è stato breve perché doveva cambiarsi il pannolino (bell’effetto gli si è fatto insomma!). C’era Rebecca, la ragazzina che ieri ci ha fatto compagnia alla riunione, che stava andando via, e un bimbo di 4 anni di nome Alessandro. Mentre Zuppi parlava col padre, che è straniero ma non ho capito di dove, io ho fatto amicizia con Alessandro che all’inizio sembrava timidino timidino e invece era un cignale peggio del mio e ci siamo messi a giocare con le macchinine, finché non è arrivata l’infermiera per portarlo a pranzare. Uscendo dall’ospedale, Zuppi mi ha presentato un simpatico signore senza una gamba che stava seduto lì al cancello,Giovanni,che mi ha detto che si trova lì ogni lunedì e non mi ricordo quali altri giorni!Era mezzogiorno e mezzo passato ed ero stanchissima (il bimbo mi ha dato il colpo di grazia!!) ma soprattutto grata alle persone che ho incontrato stamattina che mi hanno trasmesso un mare di cose e che spero di aver distratto e divertito un po’oggi!

Piffero

brevissimo report emotivo
Sala prelievi: Luigi vive da solo e si dovrà trasferire vicino ai figli, vendendo la casa dove ha sempre vissuto, la moglie è morta ad Agosto e le ultime parole sono state: “io adesso vado, tu se hai dieci euro dalli cinque e cinque alle nostre nipoti”
Marcella fa i ferri in sala d’attesa, e la sorella, Fiorenza siede accanto, poco tempo fa è morta la loro madre, a 100 anni e 6 mesi di vita, per i 100 anni gli hanno fatto una bella festa. Ogni tanto si lamentava che le gambe la reggevano poco, ed è morta solo di vita, di nient’altro. quando erano piccole Marcella e Fiorenza, i bambini giocando appesero delle bandiere colorate e i fascisti indagarono sulla bandiera rossa che qualcuno denunciò, ma era solo il colore di uno straccio che i bambini avevano trovato in casa.
Dialisi: Gino racconta di come uno dei suoi cani ha staccato a morsi una chiappa a una signora
Pediatria: un babbo di origine rumena mi parla delle differenze che vede tra il suo paese e il nostro e mi fa capire che non esiste nessun paese veramente sviluppato
Piffero fantastica si destreggia come una veterana tra la gente.
Zuppi