17 novembre 2008

Pubblicato da Radic il

Era il mio terzo turno con Formaggino, all’incontro a Prato eravamo sia lui che io 5 minuti in ritardo, però alla fine siamo arrivati precisi all’ospedale ed è ciò che conta, no? Abbiamo fatto diversi discorsi per strada parlando di una parte della nostra vita, più precisamente di un’esperienza comune nel senso “dello straniero”, io proprio come tale e lui “da giù a qui”, cioè da meridionale in Toscana; poi delle relazioni e del modo di come si concepisce l’amore ora… insomma sono usciti fuori dei bei discorsi che a parlarne con Formaggino, che ti racconta delle proprie esperienze, ti da dei consigli meravigliosi e ti fa capire tante cose importanti.
Siamo entrati nell’ospedale, abbiamo scambiato qualche parola con la mediatrice culturale, e con qualche altro persona, andando verso pediatria. Qui c’erano soltanto due bambini ricoverati: Denis di tre anni, un bel bambino albanese (eh infatti non dice male Formaggino che quando ci sono io gli albanesi ci saranno di sicuro) e Simone di 13; poi c’era una bambina piccina di 1 anno che ha fatto il prelievo del sangue, tutta carina e sorridente e che a quanto pare le piaceva un sacco il mio naso rosso che ogni tanto me la voleva strappare. Simone invece era un bambino (se posso chiamarlo cosi) secondo me un po’ tanto speciale e che da grande quello di sicuro farà davvero grandi cose. E’ stato un vero piacere incontrarlo, perché in realtà ragazzi di 13 anni (forse anche quelli di 18) che ragionano come lui credo non ce ne siano tanti in giro.
Poi siamo andati in dialisi, sempre salutando e facendo qualche piccola chiacchiera con le persone in sala d’attesa (che infatti come dicevamo anche con Pietro della dialisi, ti mettono un po’ la tristezza quando li vedi che stanno lì ad aspettare senza nemmeno un giornale in mano). Abbiamo iniziato nella stanza della famosa coppia Gino&Gino che sentivo cosi tanto nominare nei report ma non riuscivo ad associare le loro facce con i loro nomi, pur avendoli incontrati per diverse volte. Ci siamo messi a parlare con la sig.ra accanto a loro alla quale Formag diceva un po’ della nostra situazione e del nostro lavoro. Poi siamo andati nella stanza dove c’era Francesco ed il sig, Pietro con il quale ho chiacchierato a lungo e m’ha raccontato un pochino di tutta la sua vita, dei libri che aveva scritto, di come diventò uno scrittore di cronaca; dei rapporti con sua moglie ed i suoi figli… di tante cose che dopo e anche ora ci sto a pensare di come è brutta la vita qualche volta, come ci mette davanti a prove e scelte difficilissime, che possiamo rimpiangerle per tutta la vita. Diceva che almeno i sui figli gli erano grati, ma lui? La sua vita? Sono rimasta con lui a chiacchierare per tutto il tempo mentre Formaggino incontrava quelli dell’altra stanza…per me è stato un piacere enorme parlare con lui e la sua storia mi ha commossa tanto e mi rimarrà a lungo nella mente. Ho ritrovato il “grande Formaggino” e ci siamo messi a scendere le scale… Tutti i miei turni, non lo posso negare, sono stati bellissimi ed utilissimi… però a dire il vero c’erano delle volte e delle situazioni in cui mi sentivo “forse di troppo”, a non far niente ed a volte lo legavo al fatto di esserne straniera e che in certi discorsi, specialmente quelli fatti in sala prelievi, mi perdevo… oggi sono felicissima perché non mi sono sentita nemmeno per un istante come una cretina che sta li senza fare o dire niente e non me lo porto ora quel vuoto allo stomaco… tranne per il fatto che sempre si cerca di fare di più, di più… Questi due giorni, sia il turno che il giorno prima, il giorno della riunione, sono stati bellissimi, con tante cose nuove e tanti bei consigli: Ora si che mi sento 28 anni,NO? (come aveva detto Nuvola, sbagliando sulla mia età…)
Ringrazio Formaggino e Nuvola di tutto e tutti voi e non credo smetterò mai di dire quanto sono stata fortunata ad incontrarvi.

Ola (dottoressa Farfallina)