17 Novembre 2014
Ciao a tutti, è difficile esprimere le sensazioni provate alla prima esperienza, eppure son qualcosa di apparentemente semplice. Sensazioni bellissime: felicità, complicità, piacevole empatia, tristezza, paura.. Ognuna di queste, vissuta durante il primo turno, ottiene una potenza emotiva incredibilmente più grande. Prima che tutto iniziasse avevo il terrore di poter fare qualsiasi tipo di errore, di non riuscire a percepire il mio ruolo nella storia della mattinata in tempo per dare anche un piccolo contributo. Ecco che entra in gioco la paura. Un’attesa interminabile, fino al momento in cui Nuvola è comparso.. e tutto si è fatto molto più veloce! Tra il cambio di abito, le due chiacchiere per tranquillizzarmi prima dell’iniziazione, la conoscenza di Francesca, venuta per visualizzarsi mentalmente gli scatti per un futuro concept fotografico del progetto. Fin troppo veloce. Nemmeno me ne sono reso conto che già stavamo iniziando. E là entra il panico. Vedo Nuvola agire con naturalezza, come se nemmeno ragionasse troppo sul come e sul quando. Mi sentivo spaesato, ero triste, mi rendevo conto di non riuscire a sentirmi veramente presente. Poi qualcosa mi si attiva dentro. Prendo fiato.. parlo. E da quel momento in poi è stata tutta discesa. Una discesa in cui non ho dovuto nemmeno per un attimo cercare una spinta. La felicità di riuscire ad interagire con le persone, come in realtà si fa (o si dovrebbe fare) nella vita di tutti i giorni. Ma là aveva una valenza ben diversa, un potere particolare. In un’altra situazione non avrei proferito parola con nessuno, non volendo privare l’ambiente del suo naturale silenzio. Nello spostamento in dialisi mi sentivo molto più sicuro di me. Sono riuscito ad entrare in un contatto molto profondo con alcuni dei pazienti, sentendomi triste per loro e con loro. E anche felice, ovviamente, quando per fortuna ce n’era l’occasione. In psichiatria invece è ricomparso il terrore. Quel terrore di far danni che avevo abbandonato all’inizio della mattinata. Ha giustamente deciso di tornare a farmi visita. Cerco di rilassarmi, di fare come avevo fatto poco prima: osservare Nuvola ed ispirarmi a lui. Con un pochina più di difficoltà, anche là riesco a sbloccarmi, ad interagire con qualche paziente. E’ stato un momento di forte orgoglio per me, mai avrei creduto di essere in grado di sostenere situazioni del genere con quella particolare, anche se traballante, tranquillità. E la mattinata è finita. Volata veramente forse troppo in fretta, con la sensazione di aver imparato tanto e di non aver imparato niente. Solo ai turni successivi potrà capire veramente quanto ho assimilato e quanto no, per ora rimango con una piacevole sensazione. Come quella che provi quando assaggi una nuova pietanza che ti colpisce e ti piace, della quale però ancora qualche dettaglio ignoto non ti convince, ma che sai già perfettamente che in futuro finirà per piacerti di più ed ancora di più. Una prima esperienza magnifica, pensata come una tragedia, vissuta in un lampo e finita con un bagaglio emotivo arricchito. Ringrazio tutti per la possibilità che mi è stata data. Un saluto ed un abbraccio.
Pisolo