17 ottobre 2007
Ciao a tutti i Clowni e non Clowni che leggeranno questo report!!!!
Oggi sono stata nuovamente in ospedale, e come l’altra volta sono ancora in preda ad una frenesia ed eccitazione post-turno che mi è rimasta addosso finora!!! Che bello, che bello!! Quanto è bello andare in giro per l’ospedale, per il parcheggio, insomma ovunque e vedere la gente che si illumina e sorride, soltanto perché tu sei lì!
Allora, vediamo un po’ di dire quel che è successo today…. Comincio col dire che è stata una giornata tranquilla tranquilla; io e formaggino siamo entrati felicemente in ospedale, abbiamo fatto due chiacchiere qui e due chiacchiere là con il personale dell’hospital (anche riguardo al possibile acquisto di una nuova clowna fra noi che fa l’infermiera –ad Empoli, mi pare?-) e con due pargoletti, che erano alla macchinetta per le merendine. Qui abbiamo incontrato anche un bambino che formaggino aveva già conosciuto, Andrea (credo, so che cominciava con la A!), che aveva un controllo e non ci ha degnati di uno sguardo, troppo preso dal distributore automatico. Questo era lo stesso bimbo che l’altra volta era impegnato con il lettore DVD e che si è dimostrato coerente con l’ignorarci fino in fondo. Vabbè, abbiamo salutato il padre e siamo saliti in pediatria, con una mamma e la sua piccina, una bambinina bellissima e tranquilla tranquilla.
Arrivati in pediatria non c’era praticamente nessuno! Abbiamo scambiato due parole con un sacco di infermieri, medici, ecc, tutti gentilissimi e molto disponibili (ormai conoscono il progetto e ci accolgono proprio a braccia aperte!). Ma i pazienti avevano tutti un’età media di 2 settimane al massimo, e quindi ci siamo intrattenuti con le loro famiglie… All’inizio abbiamo parlato con i genitori di una piccoletta che Formaggino aveva già trovato la volta scorsa e che quando siamo arrivati noi avevano portato a fare una radiografia… il suo papà e la sua mamma (più la donna che li accompagnava) erano molto gentili e non mi sono sembrati troppo agitatati. Poi siamo passati a salutare una signora delle filippine che aveva dato alla luce un pezzettino-ino-ino lunedì scorso. Questo bimbo era minuscolo ma STUPENDO, con degli occhioni spalancati ed uno sguardo splendido. Abbiamo salutato anche questa neo-mamma e ci siamo diretti in sala d’attesa, dove c’era una tenera famigliola con una bambina di un paio di settimane che piangeva ininterrottamente! Questa piccola aveva davvero un fiato incredibile, non penso che io potrei piangere a polmoni spiegati in quella maniera! I genitori erano un po’ stressati dal pianto continuo ma erano sempre i genitori, quindi… sopportavano! ^_^
A questo punto non c’era assolutamente più nessuno a cui far visita in pediatria ed abbiamo quindi deciso di dirigerci anche noi così “a freddo” al reparto di dialisi.
Passiamo quindi al piano di sotto e… ci ritroviamo davanti al reparto di diabetologia! (Eh, il nostro caro formaggino si era confuso…)
A quel punto, visto che c’eravamo, siamo entrati perché le petit fromage aveva chiesto al dottor Francesco dei nomi di pazienti da intervistare per il suo libro sul Diabete di tipo II e perciò abbiamo pensato “si va e si vede un po’ iccheciè”. Siamo quindi arrivati nel CUP, con le simpatiche cuppine che ci hanno salutati tutte allegre e.. ta dah, il corridoio era davvero super affollatissimo! C’erano moltissime persone sedute ad aspettare, e tanti di loro si sono proprio illuminati quando ci hanno visto! Come mi piace quando la gente si illumina con un sorriso proprio come una lampadina che si accende, mi piace proprio!!!
In corridoio c’era lì anche un bambino, Tommaso, che doveva fare le prove allergiche. Stamattina infatti le prove allergiche erano lì agli ambulatori e non su in pediatria (bah, non c’ho capito un gran che della motivazione di questo…). Siamo quindi entrati nell’ambulatorio dove c’era il dottor Francesco, un medico molto disponibile e simpatico. Qui le infermiere (una in particolare) sono state fantastiche, ci hanno accolti allegramente e il dottore ci ha detto che un paio di pazienti con il diabete di tipo 2 sarebbero arrivati di lì a poco, e perciò abbiamo deciso di fermarci un po’ ad aspettarli. Siamo così tornati in corridoio, dove c’era sempre Tommaso. Abbiamo provato a farlo sciogliere un po’, regalandogli un cane azzurro di palloncino, ma lui si è limitato a dire che non era un cane vero. Formaggino ha suonato il flauto a naso (!!! Bellissimo!) e l’armonica ma tutto quello che abbiamo ottenuto è stato un “mi fa venire il mal di testa” un po’ scontroso . Allora formaggino ha fatto l’ultimo tentativo di regalargli un portachiavi, senza risultati. In quel momento è venuto uno dei signori (lo chiamerò Signor M perché non so il nome e il cognome credo di non doverlo mettere) di cui ci aveva parlato il dottor Francesco, e Formaggino ha cominciato ad intervistarlo in corridoio. Io intanto ho provato a far interagire Tommaso, ma non ho concluso niente perché dopo nemmeno 30 secondi è arrivata l’infermiera che lo chiamava nell’ambulatorio. Ho chiesto al bambino se gli avrebbe fatto piacere se fossi andata anch’io con lui e i suoi genitori, ma lui mi ha risposto di no. Ah, formaggino, domanda. Avrei dovuto insistere di più o semplicemente rassegnarmi? Perché io non me la sono sentita di insistere, visto che comunque non è che Tommaso fosse stato proprio entusiasta del nostro intrattenimento… Insomma, mi sono rimessa a sedere e ad ascoltare la conversazione di Formaggino con il signor M e sua moglie. Dopo poco è venuto a chiamarci Francesco e ci ha fatti accomodare in un ambulatorio. Qui Formaggino ha fatto la sua intervita ad un altro paziente e tutti e due ci siamo fermati a chiacchierare, aspettando che il signor M finisse la visita e potesse finire anche l’intervista con little cheese. Insomma, nell’attesa abbiamo conosciuto un medico che, a differenza del dottor Francesco, è stato un po’… come dire… ha avuto un atteggiamento nei confronti di un suo paziente che mi ha lasciata perplessa, parlandoci del signor M in modo non troppo rispettoso. Eh, in fondo esiste anche questo tipo di medico … ma torniamo a noi.
Finita l’intervista anche con signor M, siamo tornati in corridoio (mammina, quanta gente c’era!!! Un continuo via vai di persone di tutte le età e in tutte le condizioni!). Qui c’era un altro bambino, Alessio, a cui formaggino ha fatto una moto gialla, che aspettava insieme alla mamma il suo turno per fare le prove allergiche. Proprio mentre Formaggino stava costruendo la moto, dall’ambulatorio delle prove allergiche hanno cominciato ad alzarsi le urla di un altro povero piccolino, che piangeva ed urlava disperato. Ed era davvero disperato, credetemi! Quindi Alessio, che era fuori in corridoio insieme a noi, ha cominciato a preoccuparsi, con gli occhioni che gli si facevano sempre più grandi. Formaggino ed io abbiamo provato a sdrammatizzare (quelle infermiere che rubano i calzini ai bambini e li fanno piangere, mica si fa così!) ma Alessio ha creduto poco alle nostre storie. Insomma, il povero bambino urlante non ha smesso di piangere ed immagino che Alessio non sia entrato in ambulatorio con l’animo tranquillissimo…
Quanto poco basterebbe per migliorare la situazione, un atteggiamento diverso del medico o dell’infermiere, una parolina carina verso il bambino, una spiegazione… eppure si vedono scene come questa, dove un bimbo ha subito un trauma come quello che deve aver subito il piccolo all’interno dell’ambulatorio, ed un altro è entrato già predisposto in maniera sbagliata (e quanto bene può essere andata la sua esperienza, mi chiedo?).
Ormai era troppo tardi per andare in dialisi quindi siamo tornati in pediatria (ancora nessuno!) e lì c’era Chiara che addobbava il corridoio per Halloween e discuteva con un certo tipo di cui non mi ricordo il nome che era il direttore f.f. (?) del reparto. Perciò, in assenza di altro da fare, ci siamo diretti all’uscita, salutando due bambini nell’atrio (niente palloncini per i bambini sotto i 3 anni, una delle cose che ho imparato oggi –ehm-!) e tutti coloro che incrociavano il nostro sguardo.
Insomma, un altro turno si è concluso e la mia voglia di tornarci presto è alle stelle… mi si riempie il cuoricino di felicità a pensare a tutte quelle persone che incrociandoci ci hanno sorriso e magari si sono un po’ rilassate… perché effettivamente dal punto di vista clownistico non abbiamo fatto molto oggi, ma non importa fare sempre tanto, non è forse vero? Alle volte basta davvero rallegrare il vecchino che passa in corridoio di fretta, o la signora con un’immaginazione particolarmente sviluppata che vede, nella moto gialla, un drago…
Un bacione grossissimo a tutti voi! La vostra Lucilla
Postilla di Formaggino
1) In realtà non mi ero confuso, dirigendo i miei gentili piedini verso il poliambulatorio. Semplicemente avevo un mezzo appuntamento con il dott. Per avere da lui dei contatti per il libro di cui riferisce Lucilla. Poi ci siamo ritrovati due bei pazientoni lì tra capo e collo e non potevamo far finta di niente!
2) No, Lucilla, hai fatto bene a non insistere. Prima di tutto perché il bambino – come hai detto – non era particolarmente entusiasta di noi, e poi l’insistenza crea tensioni e lì di tutto c’è bisogno fuorché di tensioni! Tra l’altro, mi domando se quel bambino che urlava quando siamo usciti da diabetologia non fosse proprio Tommaso… Mamma mia, che giornatina deve aver avuto quel piccino!
3) Riguardo alle prove allergiche in poliambulatorio, un’infermiera di pediatria ci ha confortati, dicendo che l’accordo – che permetterà a tutti i bambini di salire in padiatria per quelle prove – è in via di imminente definizione. Speriamo…
4) Il dott. di cui Lucilla non ricorda il nome è Mannelli, che nemmeno io avevo mai visto. Si tratta del primario di pediatria (io sono negato negli organigrammi, per cui non mi meraviglio che questo dettaglio mi fosse sin qui sfuggito).
5) Sono dispiaciutissimo della mancata visita alla dialisi, ma il poliambulatorio è una trappola non da poco! Difficile venir via facendo finta di niente…