18 Marzo 2011

Pubblicato da Radic il

Rimpiazzamento del turno al volo. Decido di buttarmi, l’ultima riunione era stata così carica che mi avevate trasmesso inevitabilmente quella voglia di rimettersi in discussione e di provare a far girare le cose in maniera diversa. Ah, la testardaggine!Turno con Nuvola, niente di più classico. Si inizia dalla sala prelievi. Nuvola doveva necessariamente provare a risolvere l’arcano della venere di Botticelli. E’ stato un buon modo di spronare un po’ di gente a parlar con noi. Abbiamo parlato tanto con una simpatica signora, anzi diciamo che io e la signora abbiamo seguito una lezione di nuvola su Gargantua e Pantagruel, estremamente interessante e quasi incredibile. Abbiamo fatto un saltino dentro dagli infermieri e abbiamo trovato una signora distesa che aspettava di fare un esame. Abbiamo parlato un po’ ed è venuto fuori che era riuscita a rompersi 7 coste TOSSENDO. La signora sembrava prendere il tutto con molta ironia e sinceramente ne sono rimasta colpita. La situazione aveva quell’ironia che riesci a vedere solo quando la cerchi…ma quando la vedi, AH! LE RISATE!!

Poi abbiamo avuto l’onore di dire a tutti che mancavano 2 giorni a primavera, con tanto di distribuzione di petali di rosa secchi per celebrare la cosa, per poi scoprire che in realtà ne mancavano 3!!!

Poi Dialisi. Gino e Gino, meeeeeeeeeeeeeravigliosi! Gino giovane ci ha raccontato che sta pensando di comprare un camper perché suo figlio ha bisogno di passare tanto tempo al mare per questioni di salute, così da potersi muovere con più tranquillità. Pensare che fosse pronto ad un investimento simile, con quel sorriso beffardo, sapendo la situazione di Gino, di come abbia dovuto mettersi in proprio per poter lavorare, mi ha stretto il cuore. Poi una toccante, silenziosa partita a scacchi con Carlo. Naturalmente mi ha stracciato, ma non è questo il punto. E’ stato bellissimo giocare con lui, in silenzio. Io che non trovo mai le parole giuste per parlare con queste persone, che mi sento o di chiacchierare sul nulla o di rischiare di spingermi troppo oltre nella loro vita che mi sembra sempre troppo privata per accogliere delle domande da fuori. Lui aveva una pacatezza, ed una dignità, che in pochi uomini ho visto. E specifico uomini, perché la dignità che può avere una donna ha altre fattezze. Credo che quella partita abbia funzionato più di un tentativo di parlare con lui. Mi ha chiesto più di una volta come mai non mi aveva mai vista, e mi ha chiesto due volte il nome. Giocare con lui, avere il permesso di distrarlo con un gioco come gli scacchi, talmente riflessivo ed astuto, è stato quasi un onore.

Poi ancora, una chiacchierata con una signora che si è rotta il polso cascando in uno scalino in casa. Sapete, di quegli scalini che sono lì da sempre, tanto che i vostri piedi si sono abituati ad un movimento diverso da tutti gli altri passi quando ci passate e che invece, senza un motivo, un giorno, prendete in pieno. PUM! Gesso 30 giorni. E ancora una volta, una grande ironia accompagnava il racconto della signora. Poi qualche chiacchiera con gli infermieri, niente di che, i questionari non erano ancora arrivati. Usciti dalla dialisi, si era già fatto mezzogiorno, in maniera quasi inspiegabile. Abbiamo deciso di bypassare la pediatria, eravamo entrambi stanchi.

E’ stato un buon turno, ha dato anche a me motivo di ragionare meglio su alcune cose, sul mio clown, su quello che è per me. Anche questa volta, ha dato il turno ha dato i suoi frutti.

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