28 Maggio 2011
Quello di sabato è stato un bel turno, in realtà tutti i turni sono belli perché ogni volta torno a casa avendo imparato qualcosa di nuovo; mi sento felice e soddisfatta, contenta perché spero di aver regalato un po’ di me ma soprattutto perché sento di aver ricevuto io tanto dagli altri.
Ma ogni volta è una sorpresa, perché non sai chi sarà colui o colei che ti colpiranno al cuore, che riusciranno a metterti a nudo, e lo faranno senza saperlo, con le loro parole o con i loro gesti, che per te in quel momento avranno un significato particolare, magari saranno quel segno che aspettavi e che ti cambierà la giornata!
E’ stato così anche questa volta. Ho conosciuto un signore in dialisi, è un paziente che è arrivato da poco, circa due mesi, non so di preciso quanti anni ha, gliene darei 60 forse 62. A causa della sua malattia è dovuto tornare in Italia per curarsi, si perché da 6 anni non sta più qui ma vive a Capo Verde dove ha aperto una scuola di pesca. Lo ammiro perché è stato capace di rimettersi in gioco, di prendere e cambiare vita, e sono convinta che riuscire a fare questo ti rimetta in sintonia con la vita stessa, ti faccia vedere tutto da una prospettiva diversa e ti permetta di ridare un senso un po’ più giusto alle cose che ti circondano, perché ahimè spesso siamo portati a darci tanta pena e considerare indispensabili cose delle quali possiamo assolutamente fare a meno, mentre non diamo il giusto valore a ciò che realmente conta, come i sentimenti e le persone. Gli occhi di quell’uomo li rivedo davanti a me ancora dopo diversi giorni, due occhi azzurri in cui si legge tanta serenità e il viso sorridente di chi affronta la malattia con spirito positivo; mi ha dato davvero una bella lezione. Non sarò mai capace di cambiare vita come ha fatto lui, sono troppe le cose che mi tengono legata al posto in cui sono, ma in fondo non c’è bisogno di cambiare continente per tornare a guardare la vita nella giusta prospettiva, basta metterci un po’ di buona volontà e lo si può fare anche restando fermi dove si è.
E poi c’è Iole. E’ fantastica! Per chi non la conoscesse è un’infermiera della sala prelievi. Lei è un vulcano, per gli interessi che ha, per le cose che fa. Sabato l’abbiamo trovata davanti all’entrata dell’ospedale che piantava fiori (che aveva comprato lei e si era portata da casa) nelle fioriere vicino alle panchine perché voleva dare un tocco di colore. Le faceva troppa tristezza arrivare ogni giorno al lavoro e vedere tutto grigio e trasandato; ma soprattutto le dispiaceva pensare che chi arriva in ospedale non è certo contento di trovarsi li, così almeno trova ad aspettarlo un posto un po’ più accogliente! Che dire? Un urrà per Iole!
Un bacio a tutti amici clowni. Alla prossima.
Ma ogni volta è una sorpresa, perché non sai chi sarà colui o colei che ti colpiranno al cuore, che riusciranno a metterti a nudo, e lo faranno senza saperlo, con le loro parole o con i loro gesti, che per te in quel momento avranno un significato particolare, magari saranno quel segno che aspettavi e che ti cambierà la giornata!
E’ stato così anche questa volta. Ho conosciuto un signore in dialisi, è un paziente che è arrivato da poco, circa due mesi, non so di preciso quanti anni ha, gliene darei 60 forse 62. A causa della sua malattia è dovuto tornare in Italia per curarsi, si perché da 6 anni non sta più qui ma vive a Capo Verde dove ha aperto una scuola di pesca. Lo ammiro perché è stato capace di rimettersi in gioco, di prendere e cambiare vita, e sono convinta che riuscire a fare questo ti rimetta in sintonia con la vita stessa, ti faccia vedere tutto da una prospettiva diversa e ti permetta di ridare un senso un po’ più giusto alle cose che ti circondano, perché ahimè spesso siamo portati a darci tanta pena e considerare indispensabili cose delle quali possiamo assolutamente fare a meno, mentre non diamo il giusto valore a ciò che realmente conta, come i sentimenti e le persone. Gli occhi di quell’uomo li rivedo davanti a me ancora dopo diversi giorni, due occhi azzurri in cui si legge tanta serenità e il viso sorridente di chi affronta la malattia con spirito positivo; mi ha dato davvero una bella lezione. Non sarò mai capace di cambiare vita come ha fatto lui, sono troppe le cose che mi tengono legata al posto in cui sono, ma in fondo non c’è bisogno di cambiare continente per tornare a guardare la vita nella giusta prospettiva, basta metterci un po’ di buona volontà e lo si può fare anche restando fermi dove si è.
E poi c’è Iole. E’ fantastica! Per chi non la conoscesse è un’infermiera della sala prelievi. Lei è un vulcano, per gli interessi che ha, per le cose che fa. Sabato l’abbiamo trovata davanti all’entrata dell’ospedale che piantava fiori (che aveva comprato lei e si era portata da casa) nelle fioriere vicino alle panchine perché voleva dare un tocco di colore. Le faceva troppa tristezza arrivare ogni giorno al lavoro e vedere tutto grigio e trasandato; ma soprattutto le dispiaceva pensare che chi arriva in ospedale non è certo contento di trovarsi li, così almeno trova ad aspettarlo un posto un po’ più accogliente! Che dire? Un urrà per Iole!
Un bacio a tutti amici clowni. Alla prossima.
Primavera