29 maggio 2008
Siam pronti a partire.
Stavolta un c’ho neanche il camice, ma non è una scelta, me lo son solo scordato e non so neanche se Formaggino se n’è accorto2.
Era davvero un monte che non facevo un turno con Mirko, questo e altri argomenti del genere c’intrattengono nel viaggio d’andata assieme a discussioni sul calcio e lo sport e le nostre esperienze al riguardo.
È da novembre che non torno in ospedale a Ponte a Niccheri, l’ultima volta ero ricoperto da un pesante vestito da gallina, non so se è passato molto tempo o poco.
Ora, ecco, devo dire che mi sento molto tranquillo e neanche troppo stanco nonostante il sonno precario; prevedevo di stare un po’ peggio, invece sono piuttosto in forma. All’entrata si ciarla un poco con quelli del bancone informazioni e con i mediatori culturali ma prima ancora faccio la conoscenza del dott. Albachiara e del suo amico Giancarlo3, il dott. Albachiara ci sta aiutando nell’intrattenere le persone e nel sistemare un po’ l’ospedale.
Tra l’ufficio e la sala prelievi spendiamo un po’ di tempo in piacevoli battute e saluti e chiacchierate con i presenti; danno anche un film “profondo rosso”4 ma purtroppo mi avvisano di due fatti spiacevoli: non vendono popcorn e l’aria confezionata è troppo fredda e da fastidio. Riesco a trovare qualcuno con una soluzione per l’aria condizionata fastidiosa, il caro sig. Rocco mi espone una sua trovata che parrebbe risolutiva andrebbe solo messa in pratica5; per i popcorn invece niente da fare. Insomma in questi quindici minuti non ho idea di cosa stia facendo Formaggino, ci siamo un attimo divisi e questo, col senno di poi, mi fa pensare ad una buona e consolidata autonomia che ho acquisito io (non so cosa pensa Mirko al riguardo6).
Prima di salire troviamo Cristina7 che Mirko conosceva da tempo, io non la conoscevo e mi ha fatto una bellissima impressione di una gran bella persona, non so perché, in effetti, non è che ci abbia parlato io direttamente per ore, ma son quelle sensazioni che vengono un po’ così. Bèh Cristina è stato un piacere.
Ed eccoci in pediatria dove ci comunicano che siamo gli unici dottori presenti al momento e che c’è molto da fare perché c’è pieno di pazienti; ma dico io questi pazienti che si affollano nel reparto, ma dove credono di essere, al luna park!!!
Andiamo dai grandi, ci sono un po’ di ragazzi che hanno avuto vari problemi autostradali e non, arti rotti, piedi operati e pance malinconiche. Mirko si mette a leggere robe strane io faccio palloncini storpi e così stiamo con loro un bel po’ di tempo (non so quanto però non c’avevo l’orologio!). All’uscita ho l’impressione che siamo stati apprezzati dai ragazzi, è stato davvero molto tranquillo e senza la ricerca di cose eccezionali (a parte i miei palloncini smostrati) da parte nostra.
Si parte per la dialisi e lungo la strada troviamo una starna struttura dove è stato rinchiuso un ortopedico che morde i pazienti8, lì davanti a fare da moderatore ad un gruppo di discussione tra pazienti c’è un ragazzo con una strana presa della corrente posta sulla tibia9…mah! Miracoli della tecnologia!
Insomma in dialisi visitiamo le tre stanze, a quel punto ho sentito un po’ di stanchezza fisica, ma ho voluto stringere un po’ i denti.. e ho fatto benissimo perché ho visto cose che mi hanno fatto molto piacere: collaborazione con gli infermieri anzi un qualcosa di più di collaborazione una cosa che tenderebbe a “normalità” vabbè non so se mi son spiegato. Poi tra le altre cose ho chiacchierato un po’ con Matteo, che mi è sembrato di una grande saggezza, aldilà delle cose che diceva ma di come le diceva e quella discussione o meglio chiacchierata mi ha fatto molto piacere. In dialisi stessa cosa di prima mi son trovato ad un certo punto che non sapevo che cosa stesse facendo Mirko, io reputo questa una cosa molto positiva per me, non perché è bene fare le cose separate ma perché mi ha dimostrato che si pole far un po’ come viene “lipperlì” senza troppe pippe.
A seguire una chiacchierata molto bella con Mirko su quel che vien fatto là dentro su queste empatie messe in pratica e annunciate, su come me le vivo io queste empatie e su cose del genere senza tediarvi troppo.
A questo punto volevo informare tutti quanti voi che ho intenzione di prendermi una pausa dal progetto10, penso fino a ottobre, tutta l’estate quindi.
Ciao cari, statemi bene
Pan
Note formaggesche:
(1) Che ti credevi, che non avevo due biscotti da offrirti?
(2) Certo che me ne sono accorto, ma non mi pareva il caso di farti una ramanzina di prima mattina (avevi una faccia…)
(3) Eugenio e il suo amico sono due garruli pazienti di psichiatria che devono averci preso in simpatia… Abbiamo discusso a fondo su come ristrutturare il cemento armato e Albachiara ci ha svelato che l’isolamento dell’intero tetto di Ponte a Niccheri è opera sua.
(4) Il solito display luminoso della sala prelievi, che decine di persone si ostinano a fissare per ore…
(5) Cerco di riassumere: bisogna andare in Piazza Duomo, prendere un certo numero di autobus e svoltare per via San qualcosa, fare il giro… dire fare baciare lettera e testamento (insomma, qualcosa del genere…) e in contemporanea, l’aria della sala prelievi sarebbe diventata meno ghiaccia. Tengo a precisare che il signor Rocco NON è paziente di alcun reparto. Si, lo so che avevate pensato diversamente…
(6) No, non eri autonomo: eri un automa. E io non so guidare gli automi, ecco perché ti lasciavo andare da solo.
(7) Cristina puliva pediatria nel 2003. E’ lì che abbiamo fatto amicizia. Ha ragione Pan, Cristina è davvero una cara persona.
(8) Di fronte all’ambulatorio di ortopedia c’è una struttura di cartongesso, senza porte né finestre …in via dei matti numero zero.
(9) Era un ragazzino con la gamba fratturata, lo avevo conosciuto qualche settimana fa. Dalla sua ingessatura sbucavano in effetti tre punte di metallo, tali e quali a una spina per la 220!!
(10) Buona pausa, vecchio bove!
Formag.