29 ottobre 2007

Pubblicato da Radic il

Ciao a tutti , sono Rachele, o meglio la Dott.ssa Gomitolo; è la mia prima esperienza come clown in corsia e come tutte le prime volte che si rispettino dentro di me c’era un misto di paura e eccitazione. Ma iniziamo dal principio. La sera precedente prendere sonno non è facile, mi giro e mi rigiro nel letto rosicchiandomi le unghie. Mille interrogativi popolano la mia mente… Quale splendida avventura mi appresto ad iniziare? Che cosa mi aspetterà domani? Con questi pensieri nella mente mi sento scivolare via in un dolce riposo. Poi finalmente la sveglia suona e la mia esperienza ha inizio. Trucco/parrucco e via verso l’ospedale. A differenza di altri report che ho letto riesco subito a trovare Nuvola nel parcheggio dell’ospedale. Un breve scambio di opinioni sui reciproci vestiti…(per la verità Nuvola mi ha dato dei preziosi consigli sul mio costume) e per la cronaca Nuvola aveva dimenticato a casa sia il naso che il cappello (nota di Nuvola: anche il fiocco…..ma sarò rincoglionito?) e poi via verso l’ospedale. Già al semaforo che ci separa dall’entrata scorgo i primi timidi sorrisi. Sia entrando che lungo il corridoio che ci porta all’ascensore, un brivido di paura/eccitazione mi percorre tutta la schiena; la mia paura si trasforma in energia quando si spalanca la porta di pediatria. Dopo un breve saluto alle infermiere ci dirigiamo nella stanza delle prove allergiche dove troviamo Flavio (circa 3 anni) piangente che stava ultimando le prove. La mamma ci accoglie con un ampio sorriso, mentre Flavio manco si accorge di noi tanto sente dolore. Interveniamo dove possiamo cercando di distrarre Flavio suonando il flauto e usando parole dolci. Dopo pochi secondi la prova è finita e finalmente possiamo giocare con Flavio, per rompere il ghiaccio usiamo le bolle di sapone, poi Nuvola si cimenta in alcuni giochi di magia e dopo avere controllato i risultati tiro fuori dal mio zainetto/cane una marionetta e inizio a raccontare le favola dei tre porcellini ( nel frattempo Nuvola era alla disperata ricerca di un rossetto per farsi il naso e lo trova grazie alla dott.ssa di turno)nota di Nuvola: la dottoressa aveva un bel rossetto e io ieri ho lavorato con uno splendido naso rosa shokking….mamma mia come son messo male. Dopo poco ci congediamo da Flavio non prima di avergli regalato un palloncino e un bellissimo camioncino rosso fiammante. Dopo aver lasciato pediatria andiamo verso la sala d’aspetto di ostetricia, dove Nuvola intrattiene le future mamme e i futuri nonni in attesa con battute veramente divertenti ( degne di nota il cagnolino incinta fatto coi palloncini e il gioco di prestigio della carta stagnola) In questo frangente mi limito a guardare e a fare l’aiutante quando serve. E’ inimmaginabile quante cose si possono imparare anche solamente stando ad osservare. Dopo andiamo verso il cup dove troviamo un sacco di persone in attesa del proprio turno, dopo aver scherzato con alcune di queste la nostra attenzione viene attratta da una signora anziana che a stento riesce a trattenere le lacrime. Ci sediamo accanto a lei e raccogliamo le sue confidenze: dalle 7 di stamani aveva già visitato tre ospedali perchè doveva effettuare delle medicazioni perchè aveva, ed ha tutt’ora una nefrite diabetica ( spero di aver capito bene, in caso contrario i signori medici mi scusino), ma il dolore è lancinante e faticoso da sopportare. Per prima cosa Nuvola va a cercare una sedia a rotelle per cercare di farla camminare il meno possibile e poi cerchiamo, insieme alla figlia, una soluzione al problema.Dopo un breve consulto decidiamo di andare verso il pronto soccorso per cercare almeno di alleviare il dolore. Ci dirigiamo al pronto soccorso dove subito capiscono il problema e gli affidiamo la signora. Nel frattempo si sono fatte le 10 ed è il momento di ritornare in pediatria perchè ci doveva essere un’altra prova allergica. Ci fermiamo nella sala d’attesa dove troviamo tre giovani ragazzi: in rigoroso ordine di apparizione; Stefano 40 giorni, Niccolò 5 giorni, Giorgio 30 giorni con i rispettivi genitori. Mentre Nuvola intrattiene i babbi con giochi di magia io mi occupo delle mamme. Mi piace molto e allo stesso tempo mi sento utile nel mio ruolo di dispensatrice di consigli alle neo-mamme ( essendoci passata anche io so che cosa vogliono dire delle parole-amiche in queste situazioni). La mamma di Stefano ha dei problemi di allattamento con un seno e la mamma di Niccolò( 5 giorni!!!)ha dei problemi perchè Niccolò non ne vuole sapere di dormire nel suo lettino ma vuole solo la sua mamma (5 giorni!!!!!!!!!) io poverino lo capisco è piccolo e ha bisogno della sua mamma; di quel calore/abbraccio che solo le mamme sanno dare.( per inciso la mia bambina ha 20 mesi e ancora dorme con noi nel lettone tutta abbracciata alla sua mamma e al suo babbo). Aspettando sempre il bambino per le prove allergiche continuiamo, io a dispensare consigli e Nuvola a fare palloncini e magie. Dopo aver ormai capito che del bambino non c’erano tracce ci apprestiamo ad uscire dal reparto quando la nostra attenzione viene catturata da Melissa (?) Vanessa (?), una bellissima ragazzina di 12 anni dell’isola di Mauritius operata di appendicite. Entrando in stanza esordiamo dicendo: ” non puoi ridere”. Ci intratteniamo con la ragazza e con la mamma cercando di farla ridere il meno possibile ( che paradosso). La mamma si presta volentieri al gioco delle carte dei gatti e del topo ( geniale e divertente), mentre la ragazza trattiene a stento le risate… Usciti da questa stanza decidiamo di entrare in un’altra dove c’è una mamma e un babbo con problematiche molto serie che, con la loro bambina, attendevano di essere trasferiti in una struttura più idonea e adatta ai loro problemi. Ci affacciamo in punta di piedi, ma appena ci accorgiamo che siamo ben accetti, entriamo più decisi, pronti a portare un pò di allegria e gioia. Dopo una breve presentazione , dove non mancano le battute e i fraintendimenti, chiediamo , o meglio, Nuvola chiede la motivazione del loro essere in pediatria, la ragazza ( di cui mi sfugge il nome) parla molto candidamente dei suoi problemi e di quelli del suo compagno. A questo punto Nuvola fa un piccolo gioco e alla fine, dopo una bonaria insistenza della ragazza, Nuvola regala alla ragazza un gioco che a noi può sembrare di poco significato, ma che per lei aveva acquistato un grandissimo valore. Siccome Nuvola doveva andare a sbrigare delle faccende burocratiche ci siamo incamminati verso la Direzione sanitaria in una palazzina attigua all’ospedale. Passando per la sala d’aspetto del Centro sangue ci fermiamo per una breve “visita” ; Nuvola si intrattiene con una mamma e il suo ragazzo affetto da una patologia genetica, mentre io mi diletto con Vincenzo ( 3 anni ); gli faccio le bolle di sapone e suono il flauto per la gioia di tutti i presenti. Mentre Nuvola continua a parlare, parlare, parlare, io comincio a fare le bolle di sapone per tutti e in poco tempo la sala d’attesa si trasforma in un mondo surreale, magico; sembra quasi che le bolle navigassero sospese per un tempo infinito, danzando tra le persone per poi scomparire nell’aria. Dopo un tempo imprecisato riprendiamo la strada verso la Direzione sanitaria. Sbrigate le pratiche burocratiche torniamo in ospedale. All’entrata dell’ospedale ritroviamo la figlia della signora del diabete che ci ringrazia con le lacrime agli occhi; è un momento di grande tensione psicologica e di grande umanità. Per andare verso la dialisi siamo passati davanti alle sale d’aspetto di ortopedia e cardiologia, creando non poco scompiglio tra le persone sedute ad aspettare. Bolle e palloncini agli unici due bambini presenti e poi… via verso la dialisi. Non nascondo che avevo una certa inquietudine nell’attraversare quella porta soprattutto perchè sono facilmente impressionabile ( comunque ho scoperto che non sono la sola) poi la paura è passata subito. Il tempo a nostra disposizione non è stato molto , ma ci abbiamo dato dentro… A Francesco Nuvola ha proclamato la seconda parte del 1 canto dell’Inferno e dopo gli ha fatto una proposta; dalla prossima volta gli racconterà una favola tratta dal romanzo “Le 1000 e 1 notte”; Francesco ha accettato con entusiasmo. ( io nel frattempo ero completamente rapita dalle parole di Nuvola). Dopo aver salutato tutte le altre persone presento nella stanza di Francesco, entriamo in un’altra dove incontriamo Ernestina ( vecchia conoscenza di Nuvola) dopo i saluti Nuvola fa il gioco della stagnola agli infermieri e infine lasciamo dei bigliettini con frasi più o meno serie che tutti accettano ben volentieri. Ultima stanza con gli ultimi giochi e gli ultimi bigliettini. Scesi dal reparto ritorniamo verso l’uscita passando nuovamente dalle sale d’aspetto di ortopedia e cardiologia trovandoci le stesse identiche persone ad aspettare; altre scenette comiche, altre magie ( memorabile :dall’ambulatorio esce un infermiere e chiama “Galli ? ” no qui abbiamo polli con relativo lancio del pollo finto all’infermiere.) Infine sosta al bar per un caffè e per l’ultimo scherzo ad un signora che ignara beveva il caffè. Per concludere abbiamo fatto da dog-sitter ad un bellisimo cane di nome Filippo….

Sono tante le sensazioni e gli stati d’animo che popolano adesso il mio cuore sono felice, molto felice dell’avventura che ho appena iniziato… Sono rimasta spesso in silenzio… che mi conosce bene sa che è difficile farmi stare in silenzio….Sono state toccate delle corde molto importanti……………

Gomitolo