30 luglio 2008

Pubblicato da Radic il

Ieri ho fatto il mio primo turno con Formaggino che per ora avevo conosciuto solo di fama. Siamo partiti da casa sua (abitiamo molto vicino!), facendo così tutta la strada insieme: abbiamo parlato molto di varie cose. E’ stato piacevole perché così ci siamo un po’ conosciuti e io ho esposto certe mie paure che sono un freno nell’ospedale, trovando consigli utili per non angosciarsi per le aspettative che possono avere i pazienti nei nostri confronti! Arrivati nel parcheggio ci siamo vestiti: Formaggino col suo ambaradan musicale, cappello, occhiali e scarpette ed io con camicino da Talpina e chitarra.
Molte persone ci guardavano con interesse e simpatia, soprattutto un bimbo sulle strisce pedonali! Prima di entrare, Formaggino ha intrattenuto due genitori col figlioletto: in un silenzio, colorato solo dal suo sottofondo musicale, con un semplice metro da sarti e tre penne, facendo cose senza senso (tipo misurare la circonferenza delle teste) è riuscito ad ottenere sorrisi ed approvazione. E’ vero che non serve saper far tanto, ma solo crederci, perché il costume fa già la sua parte e una cosa banale, fatta da un clown, è già qualcosa di particolare! Siamo passati a salutare le infermiere e in sala prelievi per fare giusto un saluto così da avere più tempo per gli altri reparti. Non c’erano tanto persone, ma hanno subito interagito con un bello spirito, cosa che mi ha sorpreso, perché l’altra volta era stato più difficile iniziare un dialogo o ottenere sorrisi e risposte da parte dei pazienti. In pediatria c’erano diversi bambini: uno piccolissimo (Gabriele) dormiva sul petto della mamma! Altri due erano in sala d’aspetto che avevano accompagnato i propri fratellini all’ecografia (con i genitori!!): uno era molto vivace e non voleva che gli mettessi il mio naso, così l’ho fatto provare ai suoi genitori; l’altro non se lo sarebbe tolto per tutto l’oro del mondo, anzi se lo schiacciava sulla faccia per paura di perderlo! Ho suonato una canzoncina e Formaggino ha costruito loro due spade che sono corsi a mostrare alle mamme! C’era una bambina di 6 anni che era lì per accertamenti perché aveva toccato un pesticida, ma niente di grave. Faceva finta di dormire, perché si vergognava: le ho suonato una musichetta e mi ha fatto piacere che abbia sorriso; Formaggino le ha fatto un bel cigno con degli occhioni languidi! Infine abbiamo salutato due ragazzotti: Alessandra e un maschietto di cui non ricordo il nome. Formaggino è stato molto bravo ad interagire con loro: ha letto delle poesie e ha cercato di intrattenere le mamme. Per me è stato più difficile perché entrambi avevano 12 anni e sembravano grandi per la loro età! Abbiamo fatto un mini concerto insieme! Mentre andavamo via, sono tornati i due piccoli guerrieri che avevano rotto una spada!
Sono stata felice per come si è svolta la mattinata in sala dialisi: abbiamo visitato con calma tutte le camere: un gelo invernale (ehm… non in senso figurato: il nuovo impianto di climatizzazione funziona… anche troppo bene – n.d.F.)! Ho suonato una musichetta da nonni. Formaggino ha chiacchierato tanto con tutti: è molto bravo a trovare gli argomenti giusti per dialogare. Io mi sentivo un po’ in imbarazzo perché l’altra volta mi erano arrivate delle partacce e avevo paura di invadere troppo la sfera personale. Però mi ha fatto piacere che una signora, che a mio avviso guardava un po’ storto (come per dire, non abbiamo bisogno, grazie), dopo che l’ho salutata per nome, quando andavamo via, mi abbia sorriso e detto “grazie”. In una stanza accanto un signore mi ha raccontato parte della sua vita e si è commosso perché lui preferiva morire, quando ha saputo di dover fare la dialisi, ma la sua famiglia, riconoscente che il padre aveva speso tutta la sua vita a fare sacrifici per lei, ha chiesto di permetterle di fare qualcosa per lui e di vivere. Mi è sembrato di ricevere un tesoro di inestimabile valore ad accogliere quello sfogo. Abbiamo salutato anche Giorgio, che si è tolto un fazzoletto dagli occhi per parlare meglio dei suoi pesci e dei suoi gatti che vorrebbero papparseli. Sono stata felice di averlo visto così, ha anche sorriso! Abbiamo visto Francesco che ci ha ricordato della riunione: l’ho visto molto bene. Ho conosciuto Gino e Gino che hanno molta forza; mi ha stupito soprattutto quella del Gino più giovane, quando ho saputo che veniva da un trapianto fallito.
Siamo usciti a suon di marcia, incamminandoci verso la Brigitta!
Sono felice di questa mattinata: pure in questo turno ho guardato ciò che faceva Formaggino con gran disinvoltura e gli sono stata appiccicata per avere le dritte su cosa fare, più che agire con spontaneità. Sono un po’ bloccata, ma sono felice di avere l’opportunità di partecipare a queste giornate, perché riscaldano il cuore.
Un abbraccio a tutti!
Talpina

Nota di Formaggino:
Talpina ha riferito tutto quanto con una certa precisione. Aggiungo solo due piccole notizie. La prima riguarda uno dei cari infermieri del reparto di emodialisi, che ci ha informati con gioia di avere pubblicato il suo primo romanzo (la copertina è bellissima e presenta bene un contenuto che potrebbe non essere da meno). La seconda cosa è questa: come ho riferito la settimana scorsa, Giorgina (una delle pazienti di dialisi, con cui avevamo un dialogo particolarmente affettuoso) è morta, lasciando solo il suo marito ottantenne, che qualcuno di voi ha avuto occasione d’incontrare poco tempo fa. Ebbene, Giorgina mi aveva dato il proprio numero di telefono, affinché io potessi chiamarla nel caso mi trovassi a Firenze e potessi andare a trovarla a casa. Con quel biglietto tra le mani, ho a lungo riflettuto se fosse il caso e poi ho deciso che lo era: ho telefonato al marito di Giorgina per esprimergli le condoglianze da parte di tutti noi (peraltro, mi sono presentato semplicemente come “uno dei clown di Ponte a Niccheri”) e per dirgli che se avesse bisogno di qualsiasi cosa, può contare sulla nostra disponibilità. L’uomo mi ha risposto con commossa gratitudine e mentre parlavamo avevo come la sensazione di stringergli la mano e mi sentivo di fare la cosa giusta.
Concludendo, sinceri complimenti a Talpa per la sua surreale freschezza. Ora, mi chiedo: non è che siete tutti allievi di una scuola di comicità fondata – che so – da Peter Sellers, e state facendo un “simpatico scherzo” a me e Nuvola, spacciandovi per studenti di medicina e altre cose varie?
Se fosse così, ditecelo e magari indicateci da che parte sta la telecamera, così cominciamo a sorridere…

Bachi e abbacchi a tutto il mondo.

Formag