Domani mattina il mio primo turno, zuppa di quella strana e piacevole sensazione che appartiene a chi sta per mettersi alla prova, penso a qualche dettaglio per il mio camice, metto insieme qualche matitina, trovo dei pennarelli per stoffa e una minuscola valigetta di pelle in cui incastro pallonicni, pompetta, qualche giochino e una nappa rossa.. l’unica che sono riuscita a trovare dopo aver girato una decina di cartolerie.. ok siamo a fine carnevale ma possibile che non esista più un naso decente da clown?? tutti finiti…che dire.. mi aspetto di vedere almeno la metà dei bimbi del mio quartiere col nasetto rosso!Ci vediamo alle 8.15 all’ospedale – siamo sconvolti dalla nostra puntualità! – e ci trasformiamo in Dottor Formaggino e Dottoressa Pennarello! p.s. la mia nappa è stata disapprovata – troppo grossa per me! – e barattata con un nasINO decisamente più sobrio.Cominciano i primi sorrisi, chi ti guarda divertito, chi ti dice “bravo!”, chi continua a camminare con gli occhi bassi.Per me anche un sorriso, uno dico, uno solo, ha il suo significato. Qualcosa si muove.Partono parole con tutti, battute, strette di mano .. in questi primi 5 minuti cerco di capire, di ambientarmi.E arriviamo in pediatria. In realtà prima facciamo un pò di strada con una signora in sedia a rotelle, hai ragione formaggino, il “turno” non comincia in pediatria.Comincia quando mettiamo il camice. O forse dovrebbe appartenerci sempre.Tengo il respiro, l’emozione la sento davvero..Sinceramente i bambini, il loro mondo che sento ancora così vicino(!), mi restituiscono il respiro..Non è difficile entrare in contatto con loro, credo sia sufficiente esporsi, buttarsi.Ci affacciamo preceduti dalle note soavi del culetto* di formaggino.. Come dire, un biglietto da visita.A parte gli scherzi la scelta di Ludovico Einaudi è stata geniale – bravo formaggio! – sono fermamentissimamente convinta che la musica classica sia un toccasana e una medicina, indicata in bambini, neonati ed esserini minuscoli.. l’unica che agendo sulle sensazioni, sull’irrazionale e l’istinto possa essere assunta in grandi quantità senza creare danni, anzi…. in una delle colorate stanze del reparto troviamo due ‘ragazzi’ che hanno avuto fretta di venire al mondo e due giovanissime mamme che si consumano gli occhi a guardarli.Una delle due culle è un ‘esplosione di lenzuolini, spunta una tutina e in mezzo un corpicino, un corpicino di 4 giorni che dimostra di apprezzare la musica di formaggino, ragazzi questo si che significa essere intenditori!!Passiamo adesso ai più grandicelli, a quelli che possiamo chiamare pesti, che ci mettono a volte in difficoltà, che ci fanno ridere e capire tante cose della vita e che riescono sempre a coinvolgermi alla grande.. quando siamo usciti dalla stanza Arcobaleno c’erano sui letti distese di spade, topolini, moto,cagnolini e il mio camice aveva acquistato due disegni, un goku e un supersaian ( ma si scrive così??) oltre alla firma di Manfredi – che non vuole essere chiamato Nino! C’è poco da fare, io a giocare mi diverto ancora.Formaggino mi tira via, è tardi.Impossibile citarli tutti, alcuni di loro rimangono solo per me..Per quanto riguarda il reparto dialisi, quello è diverso, lì deve venir fuori la voglia di instaurare rapporti, di comunicare, e non è scontato.Purtoppo non c’è stato molto tempo, già si sfiora mezzogiorno, ma in fondo a volte bastano poche parole per entrare in sintonia.Ho trovato persone che avevano voglia di mettersi in gioco con la loro simpatia e la loro dolcezza, altre chiuse nel dolore, nella noia, credo sia giusto rispettare anche il loro silenzio. Io mi porto dietro la mano calda e morbida di una signora con gli occhiali neri, che nonostante la debolezza ha voluto stringermi e farmi sentire che in fondo, ero lì anche per lei.un abbraccio alla prossima!Dottoressa Pennarello
(*) Si tratta sempre del mio piccolo amplificatore portatile (n.d.F.)
Pennarello è stata un’esordiente quasi accettabile. Ha denotato, per la verità, solo alcune modeste qualità: freschezza, slancio, padronanza, inventiva, sensibilità ed equilibrio. Peccato che non sapesse anche camminare sulle mani suonando il violino. Ma cosa ci volete fare, questo è un gruppo di persone assai limitate…
Brava, piccola Viola (nome secolare di Pennarello – n.d.F.)!
Devo aggiungere che il turno è stato lunghissimo (8.30 – 12.10) e se non avessimo guardato l’orologio, avremmo finito per farci merenda, in ospedale. C’è da fare, ragazzi!
Un abbraccio fraterno a tutti.
Formag