8 maggio 2008
cioa a tutti!
Finalmente dopo un po’ d’assenza son tornata in ospedale a clauneggiare con Formaggino. La mattinata inizia bene come sempre perché, come sempre, appena le persone ti vedono vestita da clown e accompagnata da musica melodiosa, si aprono in un sorriso e già questo è un bel modo di cominciare seppur tra uno squallido parcheggio e uno squallido ospedale. bisognerebbe riuscire a trasmettere l’allegria e l’umanità del clown anche senza vestiti colorati, e salutare così ogni persona che ti passa accanto… ma non divaghiamo! Come prima tappa decidiamo di fermarci in sala prelievi. che pienone! mi sento un po’ inibita, imbarazzata, sono l’ombra di Formaggino… pian pian però, grazie all’aiuto del mio MaestroClaun, che invece si dimostra disinvolto e mi dà fiducia, mi sciolgo un po’ e comincio a chiacchierare. cerco di parlare con più persone alla volta ma, se non hai battute pronte, è cosa piuttosto difficile. così seguo l’esempio di Formaggino e comincio a leggere poesie (meno male che mi ero portata un po’ di libri!). le leggiamo insieme… poi ci allontaniamo per arrivare un po’ a tutti. le persone intorno partecipano, ridono, sembrano divertirsi e passare il tempo. leggiamo, parliamo, fantastichiamo su una sala prelievi nuova, più umana e bella (è venuto fuori anche un progetto definitivo: sala prelievi situata in campagna o su una spiaggia, dotata di attigua sala bistecche nella quale è possibile reintegrare il sangue perso con un lauto pasto! Ce ne andiamo da lì con un bell’incoraggiamento di un ragazzo che dice “siete proprio bravi… avete una grande comunicatività”. che bello! mi ci voleva perché stavo giusto pensando di non essere riuscita a fare granché. seconda tappa: dialisi. Beh c’è pienone anche qui. Non riesco a ricordarmi tutti i nomi… ma i volti ci sono tutti, ben impressi nella memoria e nel cuore. C’è chi ci aspetta con gioia, impaziente di farci sentire le sue canzoni preferite, chi è meno disposto a parlare o per stanchezza o per carattere, chi anche qui si fa leggere poesie, ti fa vedere foto di gioventù, ti racconta di quando era un grande istruttore di golf. Le ore passano in fretta… è già tempo di andare in pediatria per la riunione… così aspettando di parlare ai dott. facciamo un giretto per vedere se c’è qualche piccolo paziente. in sala d’aspetto troviamo un bambino e una bambina dai riccioli biondi, l’uno di due l’altro di tre anni. non hanno grande bisogno di noi visto che si sono appena conosciuti e già giocano con una disinvoltura che noi adulti possiamo spesso solo sognare. Comunque prendo le mie marionette e gli strumenti che ho e mi metto a giocare con loro. tiriamo su un complesso musicale notevole e gli echi si sentono per tutto il corridoio poi… basta si sono scocciati, riprendono a giocare tra sé in un dialetto comprensibilissimo, solo a loro due… è il giorno delle poche parole in pediatria: in una stanza troviamo una bambina grande e la sua mamma, straniere, nessuna delle due parla italiano. ma non è stato un grosso problema, si comunica bene anche in tanti altri modi… provo dei palloncini che escono un po’ male, ma arriva per fortuna Formaggino a salvarmi, poi la salutiamo con le mie marionette. Incontriamo alfine un bambino dallo sguardo dolcissimo, forma fa un palloncino anche a lui ed io non trattengo una carezza… è troppo bello………………………………. cari clauni questo è tutto, arrivederci alla prossima puntata!
Un abbraccio a tuti tutti titti.
Rapa (p.s. penso di aver trovato il mio nome definitivo da claun. sì raperonzolo era provvisorio…pensavo… Assuntina) 🙂
Finalmente dopo un po’ d’assenza son tornata in ospedale a clauneggiare con Formaggino. La mattinata inizia bene come sempre perché, come sempre, appena le persone ti vedono vestita da clown e accompagnata da musica melodiosa, si aprono in un sorriso e già questo è un bel modo di cominciare seppur tra uno squallido parcheggio e uno squallido ospedale. bisognerebbe riuscire a trasmettere l’allegria e l’umanità del clown anche senza vestiti colorati, e salutare così ogni persona che ti passa accanto… ma non divaghiamo! Come prima tappa decidiamo di fermarci in sala prelievi. che pienone! mi sento un po’ inibita, imbarazzata, sono l’ombra di Formaggino… pian pian però, grazie all’aiuto del mio MaestroClaun, che invece si dimostra disinvolto e mi dà fiducia, mi sciolgo un po’ e comincio a chiacchierare. cerco di parlare con più persone alla volta ma, se non hai battute pronte, è cosa piuttosto difficile. così seguo l’esempio di Formaggino e comincio a leggere poesie (meno male che mi ero portata un po’ di libri!). le leggiamo insieme… poi ci allontaniamo per arrivare un po’ a tutti. le persone intorno partecipano, ridono, sembrano divertirsi e passare il tempo. leggiamo, parliamo, fantastichiamo su una sala prelievi nuova, più umana e bella (è venuto fuori anche un progetto definitivo: sala prelievi situata in campagna o su una spiaggia, dotata di attigua sala bistecche nella quale è possibile reintegrare il sangue perso con un lauto pasto! Ce ne andiamo da lì con un bell’incoraggiamento di un ragazzo che dice “siete proprio bravi… avete una grande comunicatività”. che bello! mi ci voleva perché stavo giusto pensando di non essere riuscita a fare granché. seconda tappa: dialisi. Beh c’è pienone anche qui. Non riesco a ricordarmi tutti i nomi… ma i volti ci sono tutti, ben impressi nella memoria e nel cuore. C’è chi ci aspetta con gioia, impaziente di farci sentire le sue canzoni preferite, chi è meno disposto a parlare o per stanchezza o per carattere, chi anche qui si fa leggere poesie, ti fa vedere foto di gioventù, ti racconta di quando era un grande istruttore di golf. Le ore passano in fretta… è già tempo di andare in pediatria per la riunione… così aspettando di parlare ai dott. facciamo un giretto per vedere se c’è qualche piccolo paziente. in sala d’aspetto troviamo un bambino e una bambina dai riccioli biondi, l’uno di due l’altro di tre anni. non hanno grande bisogno di noi visto che si sono appena conosciuti e già giocano con una disinvoltura che noi adulti possiamo spesso solo sognare. Comunque prendo le mie marionette e gli strumenti che ho e mi metto a giocare con loro. tiriamo su un complesso musicale notevole e gli echi si sentono per tutto il corridoio poi… basta si sono scocciati, riprendono a giocare tra sé in un dialetto comprensibilissimo, solo a loro due… è il giorno delle poche parole in pediatria: in una stanza troviamo una bambina grande e la sua mamma, straniere, nessuna delle due parla italiano. ma non è stato un grosso problema, si comunica bene anche in tanti altri modi… provo dei palloncini che escono un po’ male, ma arriva per fortuna Formaggino a salvarmi, poi la salutiamo con le mie marionette. Incontriamo alfine un bambino dallo sguardo dolcissimo, forma fa un palloncino anche a lui ed io non trattengo una carezza… è troppo bello………………………………. cari clauni questo è tutto, arrivederci alla prossima puntata!
Un abbraccio a tuti tutti titti.
Rapa (p.s. penso di aver trovato il mio nome definitivo da claun. sì raperonzolo era provvisorio…pensavo… Assuntina) 🙂