Il report del dott. Pan
Passa poco piu’ di un anno ed ecco che sono di nuovo qui, a Gomel. Quel posto che difficilmente ti esce dal cuore… quei volti, quei sorrisi, quella forza.
Quest’anno non abbiamo nemmen avuto il tempo di posare le valigie che subito siamo stati catapultati nel primo centro. Pochi bambini, sguardi che ci osservavano, ci scrutavano… paura di un palloncino… Pasticca che suona, Red che colora i loro volti e Nuvola che li porta per mano.
Ogni giorno sin dal primo è stato un susseguirsi di emozioni… dall’urlo liberatorio di Maxwell faccia a faccia con il mio naso rosso, dall’entrare tutti insieme dentro i mutandoni giganti cuciti da mia nonna (su spunto di Patch), fino ad arrivare a quell’immagine che mai dimentichero’… ovvero vedere e sentire ridere gli occhi… e questo perchè la bocca è coperta da una mascherina… Veder ridere un padre, riuscire a scherzare con lui… vederli che si abbracciano, vederli ridere insieme davanti la semplicita’ di una bolla di sapone… quella stessa bolla che piu’ di una volta è riuscita a trasformare una lacrima in un sorriso. Trovarsi nel mezzo di un corridoio protetto dall’amore di tante mamme. Ammalarsi in missione e trovare il tasto stop ogni volta che il naso rosso di Pan si preoccupava di coprire il naso di Andrea. Il disarmo e la voglia di aver braccia lunghe 100 metri quando ci troviamo in una corte coperta di finestre dove da ognuna minimo vedevi spuntare una decina di piccole teste che ti salutavano. Andare nelle case delle persone..e mentre sei li per andar via che ti sei seduto in macchina veder Anastasia… nemmen cinque anni che si avvicina alla tua macchina con un’umiltà devastante che ti spacca il cuore e ti allunga la manina per dirti ciao, per toccare la tua di mano. Ma è un caos di emozioni…Andrey che diventa mago, io che mi spacco il labbro su un muro, il mio furetto che si chiama Faustino, le tensioni, l’emozioni, le lacrime, la stanchezza, gli spettacoli, le bolle che ci tolgono la pesantezza dall’animo, una bimba che mi dice che io “mangio e dormo ” e basta, un papa’ che suona, il thè, il caffè lungo, i cioccolatini, le patate e il freestyle, Tatiana, Irina… ogni persona che abbiamo avuto accanto… i miei compagni di avventura…GRANDIOSI!
Ed io che spero vivamente anno nuovo di non tornar in Bielorussia, si… perchè il mio sogno piu’ grande è veder M’illumino, illuminare altri volti, che sia Africa, Italia, Palestina, India… il mio sogno è che anno nuovo possa legger il report di altri clown che son stati in Bielorussia al posto mio… cosi’ che io e chi vorrà possa partire per altre mete, altri sorrisi, altre esperienze.
Non dobbiamo mai chiudersi… dobbiamo seminare e trovar dei buoni contadini a cui lasciar il raccolto… e noi siamo tanti.
Restiamo Umani
Pan